recensione diStefano Bolognini
Tondelli a Rimini
Rimini è il centro del mondo in questo romanzo, tra il giallo, il noir e l'inchiesta, che si lascia leggere tutto d'un fiato, e lascia il segno.
Al centro della vicenda, un giovane giornalista che viene promosso e trasferito proprio nella città del titolo, in piena estate, per gestire il supplemento vacanze di una grossa testata. E poi... tutte le strade porteranno a Rimini.
Rinforzano la narrazione numerose sottotrame frizzanti, come quella che segue da vicino una antiquaria tedesca alla ricerca della sorella scomparsa, o "l'amore suicida" di uno scrittore gay alcolizzato per un ragazzo inglese.
Le notti riminesi, con le loro luci artificiali, le passioni e il clima vacanziero, sono perfettamente ricostruite nello spumeggiare della travolgente prosa tondelliana. È un vago naturalismo misto a toni asfissianti che rimandano a Pasolini e che fanno di questa prova atipica di Tondelli un romanzo riuscito, anche se commerciale o "da spiaggia".
L'unica pecca del lavoro è il tono con cui descrive i pochi omosessuali che racconta: risultano inutilmente irritanti.