Pagine rosa

Inchiesta sull'editoria gay in Italia

8 agosto 2005, "Pride", luglio 2005

Sono ben cinque, in Italia, le case editrici che si rivolgono soprattutto o esclusivamente a lettori glbt. Ma non hanno la vita facile.
Ecco una breve inchiesta sui loro problemi e i loro progetti futuri.

I primi tentativi in Italia di un'editoria programmaticamente attenta alle tematiche gay e lesbiche risalgono alla fine degli anni settanta e agli inizi degli anni ottanta del novecento quando, per fare qualche esempio, presso la casa editrice Savelli esce una antologia del "Fuori" a cura di Angelo Pezzana, le edizioni Gruppo Abele pubblicano Leggere omosessuale di Giovanni Dall'Orto, la Fondazione Sandro Penna di Torino inaugura la rivista omosessuale di cultura "Sodoma", la Gammalibri pubblica una serie di libri militanti come Cercando il paradiso perduto sull'esperienza dei campeggi gay o La mistificazione eterosessuale di Elio Modugno.
Agli anni ottanta risalgono anche i primi preziosi "Quaderni di critica omosessuale" del Cassero di Bologna, curati da Stefano Casi, mentre in quelli novanta "La libreria di Babilonia" pubblica, a cura di Giovanni Dall'Orto, romanzi, saggi, libri fotografici e guide rigorosamente a tema gay e lesbico, ma viene chiusa nel 1998 quando la rivista "Babilonia" cambia mano e progetto editoriale.

La vera fioritura in Italia di un'editoria specificatamente gay risale a una decina di anni fa.
A inaugurarla è "Il dito e la luna" di Milano, nata nel 1995 come casa editrice lesbica e apertasi poi anche alla realtà gay maschile.
Seguono la Zoe di Forlì, che inizia le sue pubblicazioni nel 1996 e successivamente le Edizioni Libreria Croce di Roma e la Echo Communication di Milano, che non sono esclusivamente gay, ma hanno sviluppato un settore importante della loro attività in questa direzione.
Alcuni tentativi hanno avuto vita breve come Enola gay di Antonio Veneziani, ma altre case editrici stanno nascendo ora, come Le Mondine di Molinella (Bologna).
Tra le più recenti si segnala in particolare Playground di Roma, nata nel 2004 e subito impostasi per l'originalità delle sue scelte editoriali.

Qual è lo stato di questa realtà e quali possibilità di salvaguardare uno spazio hanno queste case editrici, che hanno grossi problemi di finanziamento e distribuzione in un mercato sempre più saturo, monopolizzato dalle grandi case editrici, che sembrano aver scoperto un filone redditizio proprio nella cultura gay?
Se scorriamo i cataloghi della grande editoria negli ultimi anni vediamo infatti che i libri gay abbondano. Facciamo qualche esempio: tra i titoli della Feltrinelli troviamo la Storia del movimento gay in Italia di Gianni Rossi Barilli, la riproposta degli Elementi di critica omosessuale di Mario Mieli, Amori senza scandalo di Paolo Rigliano, Perché non possiamo non dirci di Tommaso Giartosio.
Le altre case editrici non sono da meno, se pensiamo ai saggi sul cinema e sulla letteratura gay della Baldini&Castoldi, alla traduzione in italiano d'importanti scrittori gay come Michael Cunningham, pubblicato dalla Bompiani, Colm Toibin da Fazi, Armistead Maupin dalla Rizzoli, fino alle collane di racconti gay e lesbici della Mondadori.

E l'elenco potrebbe continuare anche con case editrici meno forti sul mercato come Stampa Alternativa, che tra i suoi titoli annovera Omocidi di Andrea Pini e Omofobia di Pedote e Lo Presti, peQuod che pubblica molti narratori gay, o come Carocci e Massari, che recentemente hanno tradotto e pubblicato saggi di notevole interesse sulla storia della cultura gay (presso Carocci è uscito il saggio di Graham Robb, Sconosciuti. L'amore e la cultura omosessuale nell'Ottocento, e Massari ha appena pubblicato la monografia di Hubert Kennedy su Ulrichs).

"Io sono contenta di tutta questa circolazione di cultura gay e lesbica e non mi sento affatto minacciata", mi dice Francesca Polo, fondatrice e responsabile di Il dito e la luna (http://www.ilditoelaluna.com).
"Questa nuova realtà non mi sottrae mercato, ma mi aiuta molto. Oltre a gestire da sola la casa editrice io mi occupo della rivista "Towanda", del circolo Arcilesbica, partecipo a convegni sulla liberazione sessuale e se c'è più spazio per la realtà gay e lesbica, per me è un fatto assolutamente positivo, perché tutto è collegato.
Piuttosto mi arrabbio quando le grandi case editrici fanno le cose in maniera sciatta. Non vedo dietro le loro scelte, disorganiche e saltuarie, una reale volontà di favorire la circolazione di una nuova cultura. A me pare di mettere nei miei libri più amore, più passione, più coinvolgimento".
Tra i progetti in cantiere Francesca Polo mi elenca la traduzione di una trilogia lesbica della scrittrice spagnola Lola Van Guardia, la traduzione di un romanzo di Monique Wittig e una maggiore valorizzazione e diffusione della rivista lesbica "Towanda" (http://www.towanda.it), che si è arricchita negli ultimi tempi di approfondimenti monografici.

Anche Alessandra Bonato, responsabile della Zoe edizioni (http://www.zoeedizioni.it), più interessata alla produzione narrativa italiana, prende atto della trasformazione del mercato di questi ultimi anni: "Dieci anni fa", mi dice, "c'era un po' l'effetto novità dei libri a tematica gay e lesbica, e questo poteva di per sé far presa sui lettori e sui media. Ora, finita l'originalità dell'editoria gay in quanto tale, bisogna puntare sull'originalità dei titoli in catalogo.
Fortunatamente mi arrivano sempre meno romanzi di formazione intrisi di pessimismo e di autocommiserazione (che comunque non pubblicherei).
A me sembra che in Italia i gay e le lesbiche grafomani siano diventati, in generale, più sereni e consapevoli e abbiano solo voglia di raccontare delle storie, e questo rende anche il mio lavoro più divertente, e meno necessario il ricorso ad autori stranieri".
"Ultimamente", mi dice ancora la Bonato, "i miei autori sono tutti italiani, tranne lo scrittore belga Jan Vander Laenen, di cui ho pubblicato nel 2004 Il servitore e del quale uscirà presto una nuova raccolta di racconti".
A parte i romanzi gay maschili (tra gli ultimi Corpi contro, di Alessandro Savona e I quattro re, di Ferdinando Neri) che hanno ormai un loro mercato, tra gli ultimi successi della casa editrice c'è la raccolta di racconti lesbici Accendimi di desiderio, a cui seguirà a breve una seconda raccolta Accendimi di desiderio 2.

Nemmeno Andrea Bergamini, fondatore e responsabile della Playground di Roma (http://www.playgroundlibri.it/index.php), sembra sentirsi minacciato dall'esplosione dell'interesse per i libri gay e lesbici della grande editoria: "Il bilancio del primo anno di attività è indubbiamente molto positivo sul piano dell'immagine della casa editrice, incoraggiante ma non ancora soddisfacente sul piano delle vendite", e chiarisce: "Le scelte editoriali, ma anche la cura redazionale dei libri e il loro aspetto grafico stanno imponendo Playground, su cui c'è attenzione anche da parte della stampa non di settore, ma sul piano delle vendite il discorso è un po' diverso.
Su questo aspetto editori e autori tendono spesso a gonfiare i dati, ma è inutile raccontarsi balle: in Italia si legge poco.
Noi comunque, dopo non poche difficoltà, stiamo cominciando ad imporre il nostro marchio anche in libreria, e questo grazie ad alcune scelte che si sono rivelate vincenti, come la collana 'High school' o la traduzione di Rachid O, un autore di cui sentiremo parlare".
Tra le prossime uscite è prevista la continuazione della saga dei tre studenti liceali Kyle, Jason e Nelson, i protagonisti di Rainbow boys di Alex Sanchez, con Rainbow high e Rainbow road.
Un'altra storia di liceali, annunciata per ottobre, sempre nella collana "High school", è Geography club di Brent Hartinger.
Tra le altre iniziative, Bergamini mi anticipa per settembre il racconto La contessa insanguinata della poetessa sudamericana Alejandra Pizarnik, la storia di una nobile ungherese che alla fine del cinquecento torturava e ammazzava giovani vergini, e un capolavoro della letteratura verista brasiliana del secondo ottocento, Bom crioulo di Adolfo Caminha, drammatica storia d'amore tra due marinai, uno di colore, più adulto, e un giovane quattordicenne di pelle bianca.
Un altro libro a cui Bergamini sembra tenere in modo particolare è Paradiso amaro, in uscita a novembre, di uno scrittore sudafricano che a ottant'anni rievoca una storia d'amore tra uomini in un campo di concentramento italiano durante la seconda guerra mondiale.

Più pessimisti appaiono Fabio Croce, responsabile della omonima casa editrice (http://www.edizionicroce.com), ed Enzo Pirro di Echo Communication, specializzata in guide gay (sua è la guida "Chiquito") e nella pubblicazione di cartine gay di molte città d'Italia, ma anche di fumetti gay e di romanzi noir a tema gay.
"Dieci anni fa", mi dice Fabio Croce, "come lettore non trovavo libri che venissero incontro alle mie aspettative; adesso la realtà è cambiata, il vuoto del mercato è riempito dalle grandi case editrici e viene un po' meno la funzione dell'editore gay. Ora solo il 20% della mia casa editrice è gay, per il resto pubblico altro.
In ambito gay mantengo qualcosa della saggistica, poca narrativa (sta per uscire Gayland, un romanzo divertente sulla vita gay della Milano bene, di Michaela Solbiati) e poi continuo a pubblicare libri erotici, gli unici che economicamente rendono".

"C'è da dire", mi dice Enzo Pirro della Echo Communication, "che il mercato si è contratto molto anche in seguito alla diffusione di internet: la nostra nicchia si restringe sempre più e abbiamo grossi problemi di distribuzione.
Le stesse librerie gay alla fine vendono soprattutto i best seller che vendono tutti gli altri, e non i nostri libri gay.
Secondo me l'unico mercato gay specifico che regge è quello erotico e pornografico. In Italia", concude Pirro, "non si è mai sviluppata realmente una cultura gay".

La riproduzione di questo testo è vietata senza la previa approvazione dell'autore.