Disco Music e anni settanta: Love’s theme

3 maggio 2010

Quando si parla di disco music la prima cosa che viene in mente è un guazzabuglio di palle di specchi luccicanti, di ballerini stile "La febbre del sabato sera" e quant'altro di pacchiano ci possa essere.

Sarebbe una bugia dire che queste non siano state almeno in parte caratteristiche di questo movimento musicale ma furono solo la punta dell'iceberg di una sottocultura che da underground riuscì nel bene e nel male a diventare per qualche anno (a cavallo tra gli anni '70 e gli '80), il più esteso prodotto musicale commerciale che si fosse mai visto, per poi tornare, anche a causa di eventi come l'avvento dell'Aids (a volte strumentalmente associato ai locali dove si diffuse questa musica), nel sottobosco sociale da cui proveniva. Quando e come nasce quindi la disco music?


Le sue radici si possono scovare già tra gli anni '60 e i primi '70 quando, rispettivamente nel Regno Unito e negli Stati Uniti, nascono due generi musicali diversi tra loro ma di comune origine. E', infatti, tra le classi più povere dei due paesi che iniziano a circolare, anche come alternativa ad un rock "bianco" che dopo la fiammata degli ultimi anni '60 stava vivendo un momento di stanchezza, suoni totalmente nuovi e di derivazione "black".


Nel Regno Unito imperversa in locali come il Wigan Casino un genere chiamato northern soul (dal fatto che si sviluppò produttivamente e socialmente soprattutto nelle città industriali del nord Inghilterra), che era in sostanza una derivazione del soul, con la marcata differenza di un accompagnamento orchestrale più sontuoso ed una parte ritmica più evidente che lo rendevano adatto al ballo.

Oltreoceano, invece, nei ghetti neri di città come New York e Philadelphia, si stava affermando(influenzato da artisti come James Brown e Sly Stone) un nuovo stile musicale, con un marcato utilizzo del basso e della chitarra elettrica uniti sempre ad un accompagnamento orchestrale sontuoso. Queste sonorità, da un termine "slang", presero il nome di funk.


Northern soul
e funk, così diversi e simili tra loro, si sviluppano, oltre che in un contesto sociale degradato, anche in una epoca generalmente di forti insicurezze economiche e sociali.


Infatti nei primi anni '70 va perdendosi da un lato la spinta idealistica che aveva creato i movimenti del '68 (soffocata anche dal sempre più drammatico emergere del problema della tossicodipendenza), mentre da un punto di vista economico la crisi petrolifera dei primi anni '70 stava sgretolando i sogni di benessere acquisiti nel decennio precedente. Ed è quindi nei ceti sociali meno abbienti o nei gruppi che allora si stavano affrancando dalla secolare ghettizzazione come quelli gay, neri, ispanici che nasce preponderante un desiderio di evasione anche musicale dallo squallore della realtà sono quindi il funk ed il northern soul ad offrire una via di fuga, anche se solo fugace, da questa realtà. Il desiderio del ballo come via di fuga quindi emerge in questi anni: si desidera per una sera sentirsi trasportati in un'altra "dimensione", in technicolor e non più in bianco e nero. E' a questo punto che irrompe sulle scene dei locali da ballo un brano, Love's theme, considerato da molti come l'apriporta per l'era disco. In questo pezzo si riassume tutto quello che caratterizzerà poi molti brani disco: accompagnamento orchestrale lussureggiante, di richiamon quasi hollywoodiano, testo suadente e a carattere erotico-sentimentale, maggior utilizzo della linea di basso. Il grande autore di questo pezzo era "un certo" Barry White, che di lì a poco,con la sua love's unlimited orchestra, diventerà un caposaldo del periodo disco.

Il pezzo è del 1974, e in quell'anno escono centinaia di altri brani sulla sua scia, sempre più creati appositamente per la pista da ballo, come viene testimoniato nel libro Dancer from the dance di Andrew Holleran, in cui viene descritta la nascente, edonistica, "scena gay" newyorchese.


E' proprio quest'ultima a dare, come dicevamo, un grosso impulso per l'affermarsi delle sonorità disco. Facendo un breve excursus, vediamo come nel 1969 a New York, fuori dal bar gay Stonewall, si creò una vera e propria rivolta contro le forze dell'ordine prima dei frequentatori del locale poi di altri gay unitisi a loro, a causa delle continue angherie e controlli indiscriminati cui erano sottoposti regolarmente. Questa rivolta, che durerà molti giorni, darà vita al movimento di liberazione gay, grazie a cui gli anni '70 vedranno, soprattutto negli Stati Uniti, una maggiore libertà sessuale e sociale ed un conseguente fiorire di locali dove finalmente uomini possono ballare con uomini, donne con donne, senza il rischio di essere arrestati.


All'estremità di questa nascente libertà si va creando anche una mentalità che inclina verso un edonismo sfrenato, da "festa continua", legata soprattutto ai locali da ballo. E sarà quest'atteggiamento, con i suoi pro e i suoi contro, a sposarsi immediatamente con la nascente disco music, così impregnata di glamour e simbolismo camp.


Torniamo a Barry White e a Love's theme: dicevamo che il pezzo è del 1974. In realtà già prima si erano avuti esempi isolati di sonorità proto-disco, tra cui la colonna sonora del telefilm poliziesco Shaft composta da Isaac Hayes. Comunque per molti l'epoca d'oro della disco va dal 1974 al 1977, in una ottica poco commerciale e più sperimentale sia come diffusione che come sonorità. E' nel 1977 invece che esce il film La febbre del sabato sera ed esplode la disco come fenomeno di massa.


Questo anche grazie alla nascita di discoteche che diventeranno leggenda quali lo Studio54 di New York, vero baccanale in chiave moderna, o l'Heaven di Londra, la più grande discoteca gay fino ad allora costruita. A mio avviso, comunque, dall'uscita del filmsi va sì creando da un lato una banalizzazione e massificazione del fenomeno disco, ma dall'altro, e spesso anche in brani destinati ad un consumo di massa, si iniziano a sentire, su basi disco, nuove sonorità elettroniche derivanti dagli esperimenti dei Kraftwerk e della "scuola tedesca".

Quindi, a fianco della classica disco orchestrale, nasce una disco elettronica di cui alcuni esempi sono Magic fly degli Space del 1977, oppure le prime uscite di Donna Summer prodotte da Giorgio Moroder, come I feel love, vero e proprio capolavoro dance.


Molti affermano che il 1979 e il 1980 sono gli anni della morte della disco, a causa dello spostarsi dell'interesse di massa verso altri generi come la new wave, ad esempio.

Personalmente, anche in questo caso, non sono in accordo con questa valutazione e ritengo che, se è vero che il popolo disco inizia a risentire anche duramente degli eccessi degli anni precedenti e l'avvento dell'aids farà sparire quella mentalità di edonismo spensierato tipica degli anni '70, la disco va comunque sempre più trasformandosi in un genere di fusione, in cui possono emergere elementi rock, reggae o di qualsiasi altro genere (vedi gli esperimenti disco-punk dei Clash, la disco-reggae di Peter Tosh, ecc.); inoltre, dai clamori di fine anni '70, torna negli ambienti underground da cui proveniva. Un paese dove comunque continuerà negli anni '80 ad avere un buon successo di massa è proprio l'Italia, dove si trasformerà in italo-disco, di cui ricordiamo i successi Dolce vita di Ryan Paris e I like Chopin di Gazebo.



Senz'altro, però, in ambito gay, e questo soprattutto negli Stati Uniti, dove si era in realtà diffusa una libertà più sessuale che sociale (vedi la nascita delle prime darkroom e saune gay), un netto stop allo stile di vita adottato verrà, come già detto, dal diffondersi dell'aids: diffondersi che porterà alla chiusura, a mio avviso ipocrita, delle saune e di molti locali gay.


Detto questo, musicalmente la disco non è mai veramente morta, ma semmai trasformata, quando in house, in chill out e via dicendo: sono moltissime infatti le produzioni dance anche attuali che usano basi disco originali per remixarle in chiave moderna, e qui potrei elencarne a migliaia di titoli. Ma preferisco terminare qui la prima puntata di questa rubrica.

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