Gay clubbing memorabilia: puntata 1 smile please!

Intervista a due ex performer , tra gli anni 80 e 90, della discoteca Smile di Frassineto Po

19 novembre 2013

Quando avete iniziato a frequentare discoteche e nello specifico discoteche gay?

Marco - I miei inizi danzerecci furono disastrosi; a parte un ballo di Carnevale per bambini, dove m'imbucai per ballare "Disco Bambina" della Parisi, faccio partire la mia discofrequentazione nel “lontano” 1984, quando mi aggregavo alle amiche della compagnia etero e venivo condotto in questo posto piccolo, buio e rumoroso, che scopersi poi essere una discoteca per ragazzi "normali". Ricordo che si andava la domenica pomeriggio ed il dj era nientepopodimeno che il sosia di Sandy Marton, personaggio biondoibizocroato allora molto in voga, immaginate le ragazzine presenti......deliri, grida, svenimenti... Sta di fatto che io mi vergognavo non poco di dover mostrare le mie abilità ballerine, dunque me ne restavo seduto sul divanetto ad ascoltare, visto che ero pure impossibilitato di rimorchiare uno straccio di gaydente giovine (a dire il vero, c'era un gay attempato, ma era al rimorchio pure lui e gli piacevano, si vociferava, i ragazzini sbarbatelli). Vabbè, poi finalmente crebbi e cominciai ad uscire con ragazzi gay della zona, che conobbi fortunosamente grazie ad un voto fatto alla Madonna del S. Monte di Varallo (non sto scherzando, eh), Maria si era accorta di me ed aveva interceduto, facendomi conoscere altri simili.... Nell'inverno di quell'anno iniziai ad andare al discobar "Triangolo Rosa", famoso locale di Torino gestito da uno dei tizi che fondarono il movimento di liberazione omosessuale F.U.O.R. I., aperto anche ai minori di 18 anni (dalle 21 in poi di sera ti sbattevano fuori se non eri maggiorenne perché proiettevano filmetti hard); era carino, mi piaceva rimanerci di pomeriggio perché si chiacchierava e si conoscevano personaggi strani (ma anche no). Nella primavera del 1985, il mio amico G. mi fece conoscere quello che per me, e non solo per me, è stato il locale mitico degli anni '80: la Nuova Idea di Milano, dove si aggiravano gay, donne, donne-uomini e uomini-donne, i travestiti insomma, e c'erano pure bellissime signorine con seni prosperosi che se la ridevano in varie lingue, scopersi poi che erano transessuali che arrivavano da ogni dove, Brasile, Perù, Inghilterra, Desenzano del Garda...
Dj-Markino - La mia prima disco gay? La Nuova Idea, è stata credo un po’ il “trampolino di lancio” per molti ragazzi gay dell’epoca, ma io da molto prima le discoteche le frequentavo, essendo un amante della musica disco e dell’ambiente disco. Rimasi affascinato fin da piccolo da questa dorata chimera così definita discoteca, frequentavo il Globo, il Piranha, il Diva di Casale Monferrato, l’Estasi di Vercelli etc. etc. Da minorenne uscivo di casa in modo molto sobrio e, appena fuori, mi cambiavo indossando jeans strappati in ogni dove, mi cotonavo la chioma e raggiungevo gli amici per andare in discoteca, dove mentivo sull’età per poter entrare !

Che tipo di musica si ascoltava nei locali gay che frequentavate? (mi riferisco sempre ad un periodo che va dagli anni 80 all’inizio degli anni 90)

Marco - La musica che giravano i dj era bellissima, si spaziava dai Bronski Beat a Donna Summer, passando per Spagna, Raffaella Carrà e Sabrina Salerno, con un occhio di riguardo alla dance made in Italy (Fake, Gazebo, P-Lion, Savage, Miko Mission e compagnia mixante) e un altro alla Euro Dance (Sandra, Stephanie, Modern Talking, Baltimora, Eartha Kitt e via andando). Io adoravo e adoro tuttora questo tipo di musica, così allegra e differente da quella odierna, che trovo bruttina e senza pepe.....
Dj-Markino - La musica che si ascoltava ai tempi nei locali gay era di gran lunga migliore di quella che si ascolta ora. La dance anni 70, 80 e 90 ha lasciato un segno, una cicatrice nei nostri ricordi. Rimpiangiamo in moltissimi il sound e le musiche di quegli anni.

Lo Smile Disco Folie in che anno aprì all'incirca? Ricordate quali furono le reazioni della stampa e della popolazione locale?

Marco - Lo Smile aprì i battenti nell'aprile del 1988, dopo un lungo battage pubblicitario molto artigianale che venne fatto dai proprietari; si appostavano all'uscita delle discoteche e dei bar di Torino e provincia, distribuendo bigliettini con indirizzo e mappa, cercando di convincere i clienti dei vari locali di partecipare numerosi all'inaugurazione (risultato: l'unico cliente fui io quella sera). Il paese dov'era ubicato il locale era vicino a Casale Monferrato; Frassineto Po si chiama, era ed è un paese piccolissimo, provinciale al massimo, ed il sindaco, inorridito, voleva che il locale chiudesse alla due ma, non conoscendo la testardaggine gay, mai avrebbe immaginato che la rabbia inespressa si trasformasse in un sit-in di protesta! Una notte salimmo in piedi sulle macchine ed urlammo all'indirizzo del sindaco, che guarda caso abitava sopra la discoteca, che non accettavamo questa imposizione; famoso rimase il grido del mio amico Guido, alias Madame de Montespan, il quale si inalberò non poco ed apostrofò il sindaco con la frase: "Sindaca, ma chi sono io? Una gallina nana, che devo andare a dormire alle due?". Dopo di noi, il diluvio mediatico, persino il quotidiano "La Stampa" inviò dei giornalisti per verificare la “lascivia e l'indecenza” che, secondo i più, avrebbero dovuto regnare nel locale.

Quando iniziaste a frequentare lo Smile?

Marco - Io iniziai la frequentazione da cliente, e subito la prima sera proposi a Beppe (uno dei proprietari, da noi poi denominato "Luciana Turina" per via della stazza, anche se con il tempo dimagrì di brutto) di organizzare degli spettacoli "en travesti" come usava in quegli anni in molte gay-disco; lui apprezzò l'idea e via che la settimana successiva ondeggiavo sui tacchi, proponendo agli astanti una favolosa Loredana Bertè, coadiuvato da Madame de Montespan nei panni di Orietta Berti! Dopo poco tempo, si unirono a noi altri favolosi personaggi, che mettevano in scena, con cura e dovizia di particolari, tutto il gotha delle gay-icons (Patty Pravo, Bananarama, Pete Burns, Milva, Mina, Renato Zero, Oxa , Carrà etc.)
Dj-Markino - Io iniziai a frequentare lo Smile da cliente nel 1989, e rimasi abbagliato dal locale strapieno di gente e così vicino a casa mia, non mi sembrava vero. Ai “tempi d'oro” non aveva nulla da invidiare ai locali glitterati della Milano by night! Fu verso la fine dell’89 che conobbi i ragazzi che facevano gli spettacoli, e parlando con alcuni di loro rivelai il mio desiderio di far parte del gruppo, così voilà, dopo una settimana ero sui tacchi a scimmiottare star e starlette varie!!

Che atmosfera e che tipo di clientela si potevano trovare allo Smile?

Marco - C'era un'atmosfera molto frizzante, ci si divertiva moltissimo, non mancavano certo le rivalità tra le "dive" degli spettacoli ma tutto poi passava e si ballava tutti insieme, da buone sorelle, insomma. La clientela era variegata; potevi trovare l'etero amico di uno di noi con la fidanzata, che poi cercava di rimorchiare la diva travestita di turno, c'erano le mamme di ragazzini gay che ballavano con noi, il tipo della SIAE che tutte le sere veniva a "controllare" quanti biglietti venissero staccati ma anche a tastare il culo dei ballerini, poliziotti che a volte si presentavano per mantenere l'ordine e tutto il popolo discotecaro ammirava il loro bastone....insomma, era aperto (quasi) a tutti anche se la maggioranza del pubblico era composta da gay e pseudo-tali...
Dj-Markino - Che atmosfera c'era? Direi piuttosto che c'erano 40 atmosfere, come ha già detto Marco!! L’ambiente era casereccio, a volte ti sembrava di stare a casa del titolare che, allegro allegro, dopo una decina di drink si aggirava in mezzo alla pista con le mutande a mo' di perizoma e la scopa a pulire ancheggiando.. Verso l’una facevano la pasta e la offrivano a tutti i clienti; a una certa ora, con tutto l’alcol nello stomaco e la fame chimica, te la mangiavi volentieri!! Ricordo una sera in cui, non so come e perché, entrò la polizia, fecero staccare la musica e misero tutti divisi su due file; un amico drag queen, che ora non c’è più, vide il cane antidroga avvicinarsi e con la sua inseparabile bottiglietta di birra gli sussurrò nel silenzio della sala: “Tesoro sei arrivato tardi ci siamo già presi tutto”!!

Potete parlare qui della vostra esperienza come performer e dj allo Smile?

Dj-Markino - Beh sì posso dirti che dalla fine dell’89 in poi, per un po’ di anni mi dilettai nell’interpretazione di vari personaggi, da Pete Burns a Taylor Dayne, ma la mia passione era sempre stata la musica e, dopo un incontro in un locale a Garlasco dove facevo animazione con altre drag con un dj della Sony, mi accorsi della mia passione per la console. Luchino, così si chiamava, mi insegnò i trucchi del mestiere e da lì decisi di cambiare pagina e diventare drag-dj. La cosa funzionò per poco purtroppo; concluso il periodo Smile, dove suonavo il sabato e mettevo house, genere inadatto al tipo di locale e motivo per cui venni quasi subito sostituito, suonai ancora un paio di volte in altri club, poi mi distrassi dalla mia passione e l’abbandonai. Solo da un anno ho ripreso a suonare, ma non più da drag.
Marco - Io fui uno dei primi performer dello Smile, mi esibivo il sabato sera nelle vesti, o meglio nelle travesti, delle artiste più amate dal pubblico omo.....ero "specializzato" nell'imitare Loredana Bertè, Anna Oxa, Viola Valentino e Fiorella Mannoia perché devi sapere che ognuno di noi aveva i propri personaggi e guai a chi li toccava! Poi arrivarono, tra i tanti, il grande Markino, lui aveva un'inventiva fenomenale, si tagliava e cuciva da solo gli abiti di scena, s'inventava videoclip che poi venivano proiettati con grande successo, fu una delle prime "Drag-deejay" dell'epoca, la mitica Apollonia DJ. Poi ci fu Enzo, con la sua Bertè a volte ubriaca e la grande Madonna, Michele, che ci ha lasciato anni fa e che faceva divinamente Renato Zero, il compianto Elio, che da trave si chiamava Laura, il/la quale imitava Marcella Bella, Valentina Gautier e Laura Brannigan e dava ai nuovi adepti il suo consiglio su come esibirsi negli spettacoli: "E' facile", diceva ai poveretti che si avventuravano per la prima volta sul palcoscenico, "basta che muovi la bocca davanti al microfono e poi vai su e giù!" Lui la faceva facile ma così non era, bisognava avere il “sacro fuoco della passione”! Oltre allo Smile poi si andava spesso al Penny, locale torinese di via Garibaldi, a vedere gli spettacoli di Emilio ed Armando. Emilio a volte tirava le scarpe a quelli che gli stavano antipatici e poi li ammazzava di parole, era una vera jena! Spesse volte andavamo alla sopracitata Nuova Idea, per respirare un pò di atmosfera da "Legnanesi", con il liscio che imperava e le lesbiche che ballavano guancia a guancia!

In che anno ha chiuso, se lo sapete, lo Smile?

Marco - Lo Smile ha chiuso nei primi anni Duemila, dopo essere diventato un night-club, senza però lasciare traccia..... I proprietari nel frattempo avevano litigato e si erano separati, tentando di aprire un altro locale che voleva scimmiottare lo Smile, nella zona di Chivasso, senza grande successo....
Dj-Markino - Io ci suonai dopo una riapertura dove cambiò anche nome...ma dagli anni d’oro, al declino fu un attimo, come dice Marco. I tempi cambiavano e i gestori non sono mai stati in grado di portarsi avanti, la clientela piano piano si dileguò e come succede nei migliori spettacoli, calò il sipario e ciao!!

Oggi continuate a frequentare discoteche? Che differenza trovate tra i locali gay di ora e club come lo Smile?
 
Dj-Markino - Io suonando frequento ancora locali gay e non: ti dirò che vedo poca differenza dai tempi passati ai giorni nostri, le pazze sui tacchi 12 ci sono sempre, solo che si sono triplicate!!
Marco - Oggi frequento poco, discoteche quasi più anche perché la musica odierna mi fa "schifo" (scusa il francesismo)....certo i gay non cambiano, questi giovani mi lasciano un pò perplesso ma giovani lo siamo stati tutti, dunque cerco di comprendere lo stato d'animo dei ra"gay"zzi di oggidì, che hanno molto a livello tecnologico ma non sanno instaurare rapporti umani (forse manco sessuali) come facevamo noi, che non avevamo cellulari, smartphone, chat varie ed internet ed eravamo costretti a muoverci se volevamo divertirci e conoscere dal vivo qualcuno!

Bibliografia:
-Luca Locati Luciani – Crisco Disco. Disco music e clubbing gay tra gli anni 70 e 80, con un saggio sul “camp” di Gianluca Meis – Vololibero Editore, 2013
-Sandro Baroni e Nicola Ticozzi –Disco Music – Arcana, 1978

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