Una coppia imperfetta- Intervista a Mariano Lamberti

28 dicembre 2016

Per molti non ci sarà bisogno di spiegare cosa sia Grindr, la chat/applicazione telefonica gay forse più usata; chi non ne ha sperimentati vantaggi e svantaggi, sicuramente ne avrà sentito parlare. Criticata, amata, a volte odiata, fatto sta che è entrata a far parte della quotidianità di tanti, modificandone a volte abitudini e modo di approcciarsi ad altri uomini, alla ricerca di un'avventura, o chissà cos'altro. Per quei pochi che invece non sapessero di cosa si stia parlando, basti dire che la geolocalizzazione è alla base del suo successo, anche se nel frattempo altre chat e applicazioni, gay e non, hanno iniziato a fornire questo servizio. Un modo veloce, quindi, per trovare nelle proprie vicinanze, ovunque ci si trovi, qualche ragazzo disposto a fare la nostra conoscenza, sotto ogni punto di vista... Nell'autunno del 2016 è uscito Una coppia perfetta. L'amore ai tempi di Grindr. È un romanzo, scritto dal regista e poeta Mariano Lamberti, e la trama è basata sulle vicissitudini di una coppia gay, alle prese con vissuti e problematiche personali non risolti, nei quali Grindr s’incunea come controversa panacea. Lamberti, con uno stile narrativo pulito e non banale, riesce a coinvolgere il lettore, a stimolare un dibattito profondo non solo su usi e abusi dell'applicazione che dà il titolo al romanzo, ma anche su fragilità e situazioni quotidiane in cui molti di noi potranno riconoscersi. Un libro che, giustamente, sta avendo un meritato successo. 
Insomma, l'argomento è dei più attuali, il libro mi è piaciuto, e l'intervista all'autore era d'obbligo...


- Innanzitutto grazie, perché credo un libro come il tuo possa finalmente aprire un dibattito interessante su app e chat varie, e non solo. Come e quando hai avuto per la prima volta l'idea di scriverlo?
- Come diceva Picasso…ci ho messo sei mesi per realizzare questa opera ma tutta una vita per pensarla.

- Può esistere, secondo te, una "coppia perfetta"?
- La coppia perfetta non esiste, la coppia perfetta di cui si parla nel libro è quella chiusa nel proprio mondo fatto di ostentate sicurezze, che si protegge dal giudizio degli altri e ne fa il fortino dell'io (per usare un’espressione del libro). Il libro è un elogio della coppia imperfetta, delle proprie fragilità messe a nudo e condivise con il proprio partner.

- Hai utilizzato, o utilizzi Grindr in prima persona? Se sì, che idea te ne sei fatto?
- Ovviamente non sono un santo, l'ho usato ma per poco tempo. L'idea che mi sono fatto è che da una parte questi mezzi abbiano la capacità di metterti in contatto con una vastissima comunità, inimmaginabile fino a poco tempo fa e questo è indubbiamente un fatto positivo, dall'altra secondo me si tende a creare un equivoco, nel senso che in queste chat riesci a dire tutto quello che normalmente si reprime, ma poi nell'incontro dal vivo tutto questo non è reale, si crea quindi un gap, un deficit tra quello che dici spavaldamente di essere (sulle chat) e quello che sei realmente.

- Nei mesi dall'uscita del libro ad ora, hai avuto modo di capire che tipo di pubblico lo stia apprezzando di più, e ne sia più incuriosito?
- Il primo pubblico coinvolto è stato quello degli utenti di Grindr, incuriositi dall’inusuale narrazione del mezzo in un romanzo, quindi una gran fetta del popolo LGBTQI. Il libro però sta piacendo molto anche ad un pubblico più allargato, eterosessuali, e in special modo le donne, forse perché è una storia romantica, alla fine.

- Mi è molto piaciuto il tuo stile narrativo, e il modo col quale riesci a portare alla luce, a sviscerare vissuti in fondo comuni a molti. C'è qualche autore o autrice del passato, ma anche dei giorni nostri, che senti più affine alla tua sensibilità?
- Sono un appassionato lettore di Kafka e, forse inconsciamente, specialmente nella prima parte, sono stato influenzato dal suo grandioso, inimitabile modo di scrivere, così freddo, analitico e chirurgico, ma sicuramente Pasolini è l'autore che amo in assoluto come poeta e come regista. Tra gli italiani, quello che mi piace di più tra i contemporanei è Walter Siti.

- In questi ultimi anni sto assistendo alla chiusura definitiva di molti storici locali LGBT; la crisi economica può esserne una motivazione ma credo che le modalità d’incontro, non solo di approccio sessuale, si stiano trasferendo sempre più sul virtuale. Te cosa ne pensi? 
Sì, credo che i fenomeni siano collegabili... Già prima, con l'avvento delle prime chat, si è vista notevolmente diminuire la normale clientela di un bar gay. Credo in generale che non sia una cosa positiva non uscire, e chattare dal chiuso della propria casa... l'incontro dal vivo ha sempre una sua bellezza e unicità.

 

- Pensi che abbia senso, oggi, parlare di comunità LGBTQI, o sia necessaria una fusione indistinta col resto della società? E, nel caso, cosa ne pensi della comunità LGBTQI italiana?
- Credo che oggi (e penso sia un bene), i giovani gay siano sempre più simili ai loro coetanei etero, seguendo le stesse mode, condividendo gli stessi gusti e le stesse tendenze che la società impone o propone (ovviamente il discorso vale per i grandi centri urbani); dall'altro, penso che comunque ogni ragazzo o ragazza abbia il diritto di esplorare la sua unicità, e non solo in quanto omosessuale.
La comunità LGBTQI italiana credo sia tristemente divisa in fazioni politiche ed ideologiche, e questo mi rende molto pensieroso... Anche a livello molto piccolo, provinciale, ho notato che ci sono delle profonde divisioni.

- In un’intervista che ti hanno fatto, recentemente, parli della necessità, per le persone LGBTQI, di tornare ad essere un'avanguardia culturale ed artistica per la società. Quando e perché, secondo te, si è un po' persa questa capacità?
- Sì, mi riferivo soprattutto all'industria culturale: secondo me bisognerebbe distribuire più equamente il divertimento, il gossip, la curiosità folcloristica della cosiddetta sottocultura gay, e i contenuti culturali per così dire più alti; ovviamente poi ognuno è libero di fruire quello che gli pare, l'importante è che ci sia una scelta.

- Ho letto che hai bazzicato la pagina Facebook de I Gentlemen di Grindr, che in modo ironico cerca di aprire un discorso proprio su uso e abuso dell'applicazione gaya per eccellenza, anche postando screenshot di chattate. Ce n'è qualcuna che più ti ha fatto sorridere, o dato da pensare?
- Guarda, ogni chattata è un mondo a sé: una fantasia, un'esplorazione della propria personalità; trovo che siano tutte divertenti. Ogni schermata, è già un pezzo di letteratura viva e contemporanea.

- Il tuo libro è molto realistico, e giustamente utilizza un linguaggio esplicito nel parlare delle avventure/disavventure erotiche dei due protagonisti. Hai mai avuto delle incomprensioni con il pubblico, durante qualche presentazione?
- Al momento, devo dire che il libro è stato accolto molto bene (e sta vendendo con una media di due copie il giorno e parlo solo della vendita online).
C'è stato solo un episodio spiacevole, in cui una giovane, emergente associazione LGBT, comprensibilmente non se l'è sentita di presentare il libro, essendo quest'ultimo molto crudo e diretto, ma non li ho giudicati, li ho compresi.


- Un’ultima domanda, forse banale, ma in fondo utile per capire il rapporto tra autore e lettore; qual è il complimento più bello che ti sia stato fatto, riguardo a questa tua prima opera di narrativa?
- Il complimento in genere che mi viene più riferito è che li ho fatti commuovere, e di questo ne sono molto soddisfatto.

 

 

Mariano Lamberti (Pompei, 1967) è regista, poeta e scrittore. Nel 1997 realizza il documentario Una storia d’amore in quattro capitoli e mezzo, sullo scrittore ebreo Brett Shapiro, vincendo il premio 

“Libero Bizzarri”. Del 1999 è il suo primo lungometraggio, Non con un bang, presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Ha diretto inoltre Colpi di sole (2007) per Rai Tre e Il peccato e la vergogna (2013) per Mediaset. Nel 2010 ha diretto un episodio di Napoli 24 con Paolo Sorrentino e Pietro Marcello. Del 2012 è il film Good As You – Tutti i colori dell’amore, uscito poi in Francia, Spagna, Germania e USA. Ha pubblicato due raccolte di poesie: Dopo il dolore (2006) e La supplica di Brahma (2015).

 

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