Fumetti gay in rete

Intervista a Valeriano Elfodiluce

31 marzo 2005, "Pride" n. 48, giugno 2003 e n. 56, febbraio 2004, in due articoli separati qui riuniti

Forse non rappresentano il futuro del fumetto, al quale il supporto cartaceo regala ancora sensazioni tattili ed olfattive difficilmente rimpiazzabili. Certamente costituiscono un fenomeno nuovo ed interessante, in costante espansione: stiamo parlando dei fumetti leggibili solo in Internet, i cosiddetti "e-comics". Nella maggior parte dei casi sono costituiti da strisce umoristiche autoconclusive, probabilmente la forma narrativa più consona alla fruizione saltellante e distratta della Rete.

A questa consuetudine non si sottrae neppure Rainbows, il primo fumetto italiano a tematica omosessuale prodotto appositamente per la Rete ed ospitato dal portale di cultura ed informazione www.gay.it: avventure tra il comico e il surreale di un gruppo di ragazzi gay dei giorni nostri.

Ideatore e realizzatore unico, il ventottenne piacentino Valeriano Elfodiluce, il quale sforna una nuova striscia ogni quindici giorni dal 2000.

Valeriano ha scelto il web come vetrina, praticamente a costo zero, per diffondere i suoi lavori, adattando il linguaggio del fumetto al riquadro luminoso del nostro pc. La difficoltà maggiore, per questi esperimenti, è creare l'affezione del pubblico, distogliendolo dalle mille sirene disseminate nel mare di Internet.

"Le mie non sono strisce autoconclusive - ci corregge subito Valeriano- al contrario, sono praticamente tutte collegate, io le definirei autosufficienti, e l' unico limite rispetto ad un fumetto stampato è dato dalla scansione e dal ritmo che questo dà alla storia. Invece, uno degli aspetti positivi del realizzare un fumetto on-line è che tanta gente "timida" può leggermi senza compromettersi.

Per il resto, l' unico vincolo che mi è stato imposto dai dirigenti di Gay.it era di non essere troppo esplicito..."


Dall'iniziale castità delle prime strisce sei passato in effetti a scene sempre più hard, complice il filone narrativo del lavoro di alcuni dei protagonisti (sono affermati attori porno): com' è avvenuto il passaggio?

L' impostazione del fumetto doveva essere questa dall' inizio, alternando umorismo ed erotismo. Volevo che ci si affezionasse ai personaggi a prescindere dai loro risvolti& anatomici.


Quali sono le fonti d'ispirazione che hai usato per realizzare Rainbows?

Io volevo fare una sit-com e ho cercato uno stile grafico adeguato, ispirato ai cartoni animati americani degli anni settanta, comico ma al tempo stesso malizioso. Per le storie mi ispiro alle esperienze vissute e alle fantasie dirette (o indirette), alla gente che conosco, a quello che mi racconta.


Hai avuto pressioni, da parte di Gay.it, affinchè la striscia fosse piu' o meno realistica?

Ciascuno di noi ha il suo "mondo gay" e lo vive soggettivamente, cercare una rappresentazione assolutamente verosimile aveva poco senso. Il fatto che io affronti temi anche scomodi (coming-out coi genitori, omofobia di amici e conoscenti, violenza sui gay...) cercando di mostrare il lato ironico non vuol dire sminuirli, ma suggerire che in fondo certi problemi possono essere ridimensionati. Sembra che i lettori apprezzino, alcuni ne hanno tratto addirittura spunto!


E' difficile fare umorismo sul mondo gay? Hai avuto qualche riscontro negativo, da parte dei lettori?

Il problema del fare umorismo (gay o meno) è che ognuno ha il proprio: chi ama le battute dirette, chi i doppi sensi, chi le situazioni buffe, ecc... In Rainbows cerco di mettere un po' di tutto, ed è inevitabile che alcune sequenze piacciano più di altre. Ho notato comunque una certa predisposizione per un umorismo "filosofico" alla Charlie Brown, piuttosto che per quello sguaiato stile "commedia all' italiana".


Il nudo maschile è davvero un tormentone del tuo fumetto, i personaggi non perdono mai occasione di rimanere come mamma li ha fatti. Strategie di marketing?

All'inizio la nudità doveva essere un mezzo per attirare il pubblico (non a caso molti dei miei personaggi sono perlomeno carini). D' altro canto tutti i fumetti per ragazzi over 14 pullulano di ragazze pretestuosamente nude. Fare altrettanto in un fumetto gay mi sembrava una dolce rivalsa. Io cerco di non fare scene volgari, comunque anche l' occhio vuole la sua parte...


Oltre a Rainbows e alla cura della rivista di fumetti gay e lesbici della Coniglio Editore Happy Boys, giunta al suo secondo numero, Valeriano porta avanti da diverso tempo una divertente e (veramente) eccitante parodia gay del leggendario ladro che ruba ai ricchi per dare ai poveri, ribattezzandolo Robin Hoog. Quale mezzo migliore, per attirare l'attenzione, di un fumetto pornografico?

Non si tratta di un mero collage di situazioni hard, ma lo scenario medievale serve comunque a Valeriano per imbastire piccanti tenzoni tra cavalieri, più interessati a strofinare il proprio membro con quelli del guardacaccia, del capo delle guardie o dello scudiero, piuttosto che a misurarsi con la spada... L'unica donna che compare, poi, è una perfida strega, figlia dello sceriffo di Notiscalm (sic), furiosa per il fatto che l'aitante Sir Alan preferisca le attenzioni del bel Robin di Cocksley, piuttosto che condurla all'altare...

Notevole come sempre il lavoro dell'autore sulle anatomie maschili: non c'è dubbio che il primo ad eccitarsi, disegnando tutti quei grovigli di membra nerborute, sia lo stesso Valeriano. Un po' stucchevole, invece, l'utilizzo degli sfondi fotografici elaborati al computer, anche se è comprensibile non distogliere l'attenzione - dell'autore e del lettore - da ciò che veramente interessa di un fumetto pornografico.

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