Jesus Christ Vampire Hunter

1 gennaio 2011

Jesus Christ Vampire Hunter non è un'imitazione dei film a basso costo fatta dall'alto con nostalgia e affetto postmoderni, come nel caso di Grindhouse di Tarantino, ma un vero film a basso costo, come si facevano trent'anni fa: 16 mm, pellicola sgranata e di bassa qualità, attori improponibili, ritmo pigro, intreccio assurdo. Il tutto coordinato da cineasti della domenica (anche letteralmente: il film è stato girato nei fine settimana). Gli autori inventano un canovaccio anch'esso tipico del cinema di serie b, mettendo insieme Santo, popolare eroe-wrestler messicano, Gesù Cristo, un'invasione di vampiri e uno scienziato pazzo. L'ironia si spreca in battutacce talvolta anche riuscite.

Al gusto della parodia dell'immaginario religioso in un Gesù Cristo superstar che si muove tra numeri musicali e scontri di arti marziali, parla con Dio attraverso un gelato e accondiscende una Madonna petulante attraverso una statuina kitsch, si affianca una correttezza politica tutta canadese nei confronti della sessualità. I vampiri hanno infatti preso di mira la comunità lesbica locale, nella convinzione che essendo "devianti" nessuno possa sentirne la mancanza, ma Gesù insegna (ai vampiri) che nell'amore non c'è devianza, trionfa su tutti, e quando la sua aiutante si innamora di una vampira e finisce vampirizzata anche lei, dopo averle sconfitte, uccise e quindi "devampirizzate" entrambe, le resuscita perché possano stare insieme, mentre Santo si mette con una ex-vampira bisessuale.

Un'ora di divertimento senza pretese, per appassionati del (sotto)genere.

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