Notti selvagge

11 aprile 2005, A qualcuno piace gay (La libreria di Babilonia, 1995)

E' il primo film sull'Aids girato da un regista colpito dalla malattia. Cyril Collard è morto non molto tempo dopo l'uscita, che ottenne un clamoroso successo di critica e di pubblico; così la sua opera prima (in precedenza aveva girato solo qualche mediometraggio, tra cui il delizioso Alger la blanche) è divenuto il suo testamento artistico. Collard lo sapeva. Per questo ha girato un film fortemente autobiografico, che, per quanto non privo di difetti, sa essere autentico e riesce a coinvolgere con forza emozionalmente lo spettatore. Notti selvagge emoziona perché è duro, a volte persino sgradevole, nella corsa di Jean verso l'autodistruzione; è crudo e freddo quando tratta con distacco e persino tatto l'Aids; è fastidioso nel descrivere le crisi isteriche che attanagliano Laura; è cinico nella scena del primo rapporto con Laura (ma bisogna ricordare che il film è ambientato alla metà degli anni Ottanta quando l'Aids faceva meno paura di ora). Ma sa essere anche poetico, a volte perfino retorico, nel suo urlare l'assurdità del male e nello stesso tempo il desiderio di vivere intensamente la vita fino all'ultimo, come Jean dice alla fine: "Sono vivo. Forse morirò di Aids, ma ora sono dentro la vita".

In realtà non è solo Jean/Cyril, ma tutto il film a grondare di una debordante vitalità (anche se questo non significa che sia naïf, come pure può sembrare ad una visione superficiale): appare fatto in corsa, quasi ansimante, da chi ha fretta ed è ingordo della vita in ogni sua forma e del cinema stesso come mezzo per trasmettere questa vorace energia. E la stessa cinepresa, a volte usata quasi con aggressività, appare scossa da un flusso frenetico, si muove senza posa, come quando racconta - senza dare giudizi ma limitandosi ad osservare - il sesso sui lungosenna, scivolando sui corpi, con un sottofondo di fremiti e mormorii. D'altra parte, è proprio il sesso a scandire ritmicamente i momenti cardine della storia: in Marocco, con Laura, col possente Samy e sui lungosenna, dove raggiunge i suoi momenti più hard e disperati, e dove sembra essere l'unica forza di quei corpi senza identità.
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titoloautorevotodata
Notti selvaggeAlessandro Martini
25/05/2009

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