Creata per l’emittente americana via cavo Showtime, la serie fonde comicità e serietà, affrontando problemi grandi quando non enormi, che portano anche a inflessioni cupe (come nel caso del suicidio dell’amica lesbica di colore) e seriose, talora imprevidibili, ma comunque mai didascaliche e moraliste, almeno nella prima stagione. Tutto ruota intorno alla giovane protagonista, un’attricetta fallita che si dà all’alcool per sfuggire al soffocante dominio di una madre ninfomane che non vuole invecchiare (interpretata magistralmente da Lynn Redgrave, che sembra esasperare i suoi personaggi disinibiti di giovani fuori dalle regole del free cinema). Frequentando un centro per la disintossicazione, conosce gli altri personaggi principali della serie, tra i quali ci sono una ragazza di colore lesbica, che non riesce a smettere con la droga anche perché è depressa in quanto sola, un ex alcolista che si innamora di lei, una coppia gay (uno dei due muto, caso più unico che raro) e un omosessuale vistosamente effeminato ma lontano dagli stereotipi del sissy. Il sesso, del resto, è uno dei temi centrali della serie, trattato in termini espliciti e privi di qualsiasi inibizione (anche dal punto di vista della rappresentazine, che non fugge il nudo, né femminile né maschile). Nella seconda stagione la comicità viene quasi messa al bando a favore di un incremento di seriosità, che passa anche per l’eliminazione di molti personaggi secondari, compresi tutti quelli omosessuali (l’amica lesbica di colore muore suicida alla fine della prima serie, mentre del gay effeminato non rimane traccia).