Modesta commedia senza fascino e con momenti di encefalogramma completamente piatto, nonostante il cast vanti la presenza di attori del livello di Kathy Bates, Jonathan Pryce (qui però stonato) e Lynn Redgrave (purtroppo sfruttata nella solita parte di megera). Pochissime idee, confuse e indecise, romanticismo d'accatto e un trittico di eroi-vendicatori irregolari (un gay, una nana e una taglia forte) che in realtà è immerso fino al collo nella correttezza politica (alla fine Ruper Everett decide di trasformare la villa del suo compagno in un ostello per adolescenti gay cacciati di casa). Piccolo cameo, gradevole e autoironico, di Julie Andrews.