Batman: un classico del camp

14 aprile 2004

In un certo qual modo può essere considerata la prima serie tv a tematica omosessuale della storia, sebbene in un modo tutto particolare. Il rapporto che lega Batman al suo giovane assisente Robin suscita qualche perplessità nel mondo scientifico già alla metà degli anni '50. Sono gli anni in cui tanto si discute della degenerazione dei giovani e dell'aumento della criminalità tra i ragazzi: lo psichiatra Fredric Wertham, in un suo celebre trattato, punta il dito contro i fumetti, colpevoli a suo dire di istigare la violenza e di proporre, come nel caso di Batman, modelli degenerati di relazione affettiva. Gli autori corrono ai ripari creando Batgirl e rimpiazzando il maggiordomo Alfred con una vecchia zia, ma i loro sforzi sembrano essere messi in crisi proprio da questa serie televisiva, che ottiene subito un enorme successo.


Chi l'ha vista se la ricorda: non sono cose che si dimenticano facilmente un Batman con la pancetta (interpretato da un Adam West quasi quarantenne) che si arrampica sulla fiancata di un palazzo (scena ricorrente della serie) ambiguamente aggrappato dietro Robin, salutando Jerry Lewis o Babbo Natale, per mettere poi ko gli avversari a suon di onomatopee fumettistiche mediate dalla pittura di Lichtenstein.


La serie ottiene un enorme successo, ma fa anche molto discutere. Non si contano i giornali dell'epoca che fanno ricorso al termine camp, suscitando spesso le ire dei produttori, che giurano sulla loro buona fede eterosessuale e sul fatto che il camp serve solo a far divertire gli adulti. Ma intanto le sceneggiature ammiccano:

Catwoman: "I could give you more happiness than anyone in the world."
Batman: "How do you propose to do that?"
Catwoman: "By being your partner in life, I mean it's me and you against the world."
Batman: "What about Robin?"

Per mettersi al riparo da possibili accuse, gli autori sfruttano Batman per infarcire gli episodi di piccole lezioncine (non prive di umorismo) di morale e di etica civile, che vanno dalla necessità di pagare i parcheggi fino all'inopportunità di scatenare guerre anche in paesi piccoli e apparentemente insignificanti. Ma a ben vedere questa scelta, sottolineando il divario di età e di maturità fra Batman e Robin, rende ancora più ambiguo il loro rapporto, che oltretutto i due devono tenere nascosto alla vecchia zia che vive con loro, occasione per una quantità di ulteriori allusioni fin dalle primissime puntate (proprio quella zia inventata per smussare il clima omofilo di casa Wayne!).
Il culmine si raggiunge però solo nel film tratto dalla serie già lo stesso anno del suo esordio, dove si rasenta il coming out.


Nel 2003 alcuni degli attori protagonisti, tra i quali Adam West (Batman), Burt Ward (Robin) e Julie Newmar, hanno interpretato se stessi nel film tv Return to the Batcave: The Misadventures of Adam and Burt, nel quale si ricostruiscono le vicende produttive della serie: in una scena al perplesso giovane Adam viene fatto notare quanto il dinamico duo si presti a essere considerato una coppia gay e quanto la serie giochi su questo genere di sottintesi. L'autorità citata è di nuovo quella di Wertham.
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