recensione diMauro Giori
Whoopi
Di questi tempi trattare di omosessualità non è di moda solo al cinema, ma anche in televisione. Non c'è serie che non affronti l'argomento in almento una puntata, spesso fin dalla prima stagione.
Whoopi non è da meno: nella sua prima e unica serie (la sit-com ha deluso le aspettative ed è stata chiusa dopo appena 22 puntate) gira intorno all'argomento in più occasioni (la protagonista, Mavis, è una ex star del pop ed è descritta spesso come icona gay), fino ad affrontarlo di petto nella diciottesima puntata, "Don't hide love". In questo episodio una cugina di Mavis viene a farle visita, le rivela di essere lesbica (in realtà lo aveva già fatto da tempo, ma Mavis degli anni '80 non ricorda nulla perché era sempre strafatta) e le chiede di potersi sposare nel suo albergo. Mavis deve però far convivere nella stessa giornata il matrimonio lesbico e una convention di repubblicani impegnati nella campagna per la rielezione di Bush junior.
Nonostante i limiti della serie, poco riuscita e interamente lasciata sulle spalle della Golberg e del suo personaggio scorbutico, la puntata in questione è piuttosto interessante per i suoi riferimenti all'attualità politica singolarmente espliciti e diretti, e per il suo tono decisamente militante, nonostante la tematica omosessuale sia in fondo più che altro un pretesto per sbeffeggiare i conservatori al potere.