Happiness

5 settembre 2004

Ritratto al vetriolo della società americana messa alla berlina con spirito caustico, paradossale, ma anche con un realismo di fondo a tratti inedito. Gli autori non voltano la faccia di fronte a nulla, e raccontano le vicende dei molti personaggi (sotto sotto si sente l'insegnamento di Altman) senza nessun tipo di reticenza o censura (basta vedere la relazione tra il padre psicologo e il figlio prepubere ossessionato dall'orgasmo, e le loro discussioni su fatti tanto naturali quanto tabù nel cinema: la scoperta che questo padre tanto premuroso e sensibile è anche un pedofilo non fa che aggiungere una problema in più per il povero adolescente in crisi). La mistura tra comicità e dramma è perfetta, e consente di girare il coltello nella piaga senza compiacimenti gratuiti né morbosità, ma anzi raggiungendo spesso un effetto di straniato sarcasmo. E' uno dei film più sinceramente cattivi del cinema americano degli ultimi anni, rispetto al quale American Beauty rivela la sua vera essenza di fumettone disonesto. Ottima sceneggiatura.
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