recensione diAlessandro Martini
Kakkientruppen
Farsa di quart'ordine realizzata sulla scia del successo del film "Sturmtruppen" si Samperi. Il film procede in maniera abbastanza schizofrenica alternando scene grottesche, cruente e non sempre malvagie (il direttore d'orchestra che giustizia chiunque vada fuori tempo, la visita del crudele e sadico ispettore interpretata con gusto da Oreste Lionello e il cuoco che cucina i cadaveri sono sicuramente i tre momenti più riusciti del film) a momenti molto meno ispirati in cui spesso vengono semplicemente "messe in scena" trite barzellette o scontatissime scenette di avanspettacolo di terz'ordine.
Appaiono un paio di personaggi gay: un militare che si fa chiamare Marlene e che sembra godersi molto la vita militare e un gerarca sadico e mellifluo che perde la testa appena un improvvisato Sandokan si presenta al comando nazista con l'intento di farsi reclutare.
C'è inoltre una scene alquanto lunga e abbastanza noiosa in cui, per una serie di equivoci, il personaggio interpretato da Gianfranco D'Angelo viene fatto vestire da donna e grazie a tale stratagemma si infila nel dormitorio femminile sperando di "acchiappare" qualche cosa.
Se site fan del cinema demenziale e ridete a crepapelle ai lazzi di un Lino-Banfi-prima-maniera e simili questo film sicuramente vi divertirà. Se invece siete dotati di buon gusto e senso dell'umorismo vi appisolerete dopo i primi 10 minuti.