recensione diGiovanni Dall'Orto
Caim. Vol. 2
Secondo episodio (di quattro) della serie di Caim. Che in questo albo consuma anche fisicamente la sua storia col ragazzino, Vanquisher, che diviene suo scudiero e amante. E che da bravo "uke" (come da convenzioni degli shoonen ai giapponesi, a cui questo fumetto s'ispira) subisce l'aspetto erotico della relazione "in bilico fra vergogna e la gioia più assoluta" (parole sue), come colui che disvuol ciò che già volle (si veda soprattutto la scena finale).
Ma il trucco c'è, e si vede... perché le autrici ce lo mostrano. Caim/Cain è in realtà un diavolo, esiliato sulla Terra per una qualche colpa, e il ragazzo è un'anima che si è data a lui. Già in passato i due erano stati amanti, prima d'essere uccisi entrambi. Ed ora, rinati, si sono infine ritrovati.
Avviso per i cuori deboli: non temete, la descrizione dell'atto sessuale pedofilo viene evitata con un originale slittamento cronologico che ci trasporta avanti nel tempo, a una scena di sesso fra i due, successiva al raggiungimento della piena virilità da parte del biondo scudiero. Ciò detto, i gusti pedofili del malvagio Caim gli vengono apertamente rinfacciati da un vescovo, quello stesso che aveva già arso vivo lo scudiero nella vita precedente e trafitto a morte Caim.
Si noti l'ambivalenza del protagonista: Caim è bellissimo e capace d'amore intenso e tenerissimo, ma gli altri lo descrivono e percepiscono nella sua vera natura demoniaca: macchina della morte (e quindi apprezzato soldato), sadico, crudele, assassino e pedofilo (e non solo con Vanquisher: il ragazzo spodestato dal ruolo di scudiero, in preda a un attacco di gelosia, lo rivela apertamente).
Bello il disegno, molto accurata la ricostruzione storica, originale la trama. Un buon prodotto.