Fango e ossigeno. Il matrimonio omosessuale in un fumetto di fantascienza

24 settembre 2004

Raccolta di fumetti.


Alle pp. 66-79 la crudele e allucinata "Un buon impiego", del 1977, storia fantascientifica d'una coppia omosessuale sposata, nella totalitaria Bologna del futuro (si noti che nel 1977 il matrimonio omosessuale era, appunto, decisamente fantascientifico, e la scelta d'una coppia gay aveva un significato straniante, che oggi non si percepisce più).

La storia è un documento del pesante scontro avvenuto nel 1977 fra l'ultrasinistra (a cui Scòzzari apparteneva) e il Pci, al governo a Bologna, giudicato (non sempre a torto) troppo corrivo verso la repressione del dissenso.

Scòzzari disegna qui la Bologna del futuro (costellata di allusioni a personaggi ed eventi del 1977: nei nomi delle vie, nei monumenti, nei marchi...) come una dittatura comunista in cui regna la legge del più forte. Presidente è nominato chi riesce a uccidere il suo predecessore. E l'ambizioso "moglio" della coppia omosessuale vuole che il marito tenti la sorte, per diventare "first lady". Finale (crudelissimo) a sorpresa.

Il modo in cui la coppia omosessuale è rappresentata è assolutamente stereotipato. Ed anche questo è un sintomo di quanto fosse facile in quegli anni (be', a dire il vero ancora oggi) non percepire o fraintendere deliberatamente la rilevanza e la novità delle rivendicazioni del movimento dei "froci", presente sulla scena politica da soli cinque anni.

L'accusa implicita nel ritratto fatto da Scòzzari (che i lettori più giovani possono forse non percepire più, ma che era esplicita nell'ultrasinistra di quel periodo) è che gli omosessuali, invece di lottare per salvare la società che scivolava verso la dittatura, volevano solo diventare come tutti gli altri, integrarsi nel sistema, e costruire famiglie stereotipate e ridicole come quelle eterosessuali tradizionali. E questo senza alcun vantaggio, tant'è che l'omofobia, nella Bologna descritta da Scòzzari, non è affatto scomparsa: gran bel vantaggio, questa integrazione!


Sono passati gli anni, la dittatura non è arrivata (e se è arrivata, non era quella comunista), ma di "integrazione" nel sistema da parte degli omosessuali non s'è vista traccia. Ma grazie alle lotte fatte in barba agli Scòzzari di ieri e di oggi, l'omofobia oggi è meno virulenta che ieri.

Se avessimo dato retta, nel 1977, ai profeti come Scòzzari, abbandonando le nostre lotte per pensare solo alla rivoluzione, saremmo finiti... preferisco non pensarci e non dirlo.

Il 1977, con l'inizio del terrorismo e della lotta armata, ha infatti segnato per me la fine della convinzione (respirata dalla società in cui sono cresciuto) secondo cui la violenza, quando sia necessaria e "giusta", possa essere anche giustificabile. Sono felice di non avere ascoltato le sirene che volevano incantarmi allora: io sono ancora qui a "fare militanza". Gli scozzariani (quelli che non fan parte di Forza Italia e non sono morti di eroina, intendo) dove sono?


Fin qui il commento politico, necessario per un testo come questo, che è nato dichiaratamente come fumetto politico.

Per quanto riguarda invece l'aspetto artistico-letterario, Scòzzari sarà anche stato politicamente ottuso, ma come fumettista è semplicemente geniale. Oltre a un tratto personalissimo, riconoscibile anche da un solo disegno, ha prodotto storie di una dissennata crudeltà, di un cinismo assoluto, di un disincanto senza speranze, che anche quando possono non piacere lasciano sempre un segno nel lettore. E costringono a pensare se davvero il mondo in cui viviamo sia davvero molto migliore di quello che lui descrive.

Una lettura consigliata.


(Una vignetta sola soletta di tema gay anche a p. 109).


NOTA BENE. Questa storia è ora disponibile online in formato .pdf. La si può scaricare qui.


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Il 21/7/2005 Filippo Scòzzari mi ha scritto a contestazione di questa recensione quanto segue:


"Caro Dall\'Orto,
ho letto in ritardo la tua recens. al mio antico "Un buon impiego".
Intanto, grazie per averne parlato.non succede spesso.
Se fossi furbo, troncherei qui.
Ma.
Giudicarlo con la comoda lente della sfera di cristallo "Trent\'anni dopo", e con quella debole arma dare dell'idiota politico, colpevolmente non preveggente, affogato negli stereotipi è un errore che viene perpetrato molto spesso. Ho come la certezza che tu quella Bologna non l'abbia mai conosciuta, così come tu non conosca alcunché dei bolognesi. O delle NORMALI dinamiche dei nuclei famiiari.

So che sai che il vocabolo BUSONE l'hanno inventato a Bulagna, ma non voglio vendicarmi impartendoti a mia volta lezioncine dallortiane; mi limito a dirti "Vacci e stacci". Qualcosa imparerai. Da allora nella testa e nella bocca dei bolognesi e degli italiani non è cambiata una virgola, per quanto tu asserisca uno speranzoso contrario. Il parlamento si è appena incaricato di martellare queste tue professioni d'ottimismo, cosa che anche conosci.
Voglio solo sottolineare come trent'anni fa io non avessi a disposizione alcuna sfera di cristallo che mi consentisse di divinare futuri, surtout futuri rosa, ed usavo solo le armi disponibili.

Tuttavia, alla luce di quel che ORA so anch\'io, dubito che l'avrei accesa, o anche solo spolverata. Allora, come ora, era impossibile entrare dal fornaio e dire: "Per favore, sono un busone [oggi gay]. Mi dia dieci rosette". Molte risate e sfanculaggi, come minimo.
Un bacione con affetto, ma NON allo storiografo. Deve studia' n'altro po'.
========
Le recenti battaglie parlamentari, che hanno stangato qualsiasi voglia gay di "metter su famiglia con bimbi", continuano a darmi ragione: nella tribù dei froci, che devono stare puniti per definizione, la voglia di essere considerati stranormali, con pari opportunità e bla bla bla, è forte, sentita e urgente come allora, e le dinamiche di coppia rispondono a questa esigenza, ne risentono, la spronano. Da questo punto di vista "Un buon impiego" è un titolo stra-attuale.
Semper tuus,
FS".

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