Funny boy. Un libro splendido.

Recensione di Marino Buzzi per Anobii. Riedita per gentile concessione dell'autore.


Quello di Shyam Selvadurai è davvero un libro splendido. Non so come altro definirlo, Funny Boy è uno di quei libri che leggi pensando che hai fra le mani qualcosa di prezioso, uno di quei libri che vorresti rileggere più volte, che ti senti di consigliare a chiunque sia interessato alla letteratura.
La storia si pare con il giovane protagonista, Arjie, che ci accompagna dentro le vite della sua famiglia e della sua terra, lo Sri Lanka. Le prime pagine ci fanno conoscere un bambino che ama giocare alla "sposa", che adora i vestiti della madre e le cerimonie, che preferisce giocare con le bambine piuttosto che con i maschi. È con lui che entriamo nella casa dei suoi nonni, il teatro, una volta al mese, dei giochi infantili suoi e delle sue cugine. È un inizio allegro che fa pensare a un libro leggero e divertente, è solo un'illusione perché attraverso una scrittura intensa e mai banale l'autore ci costringe a ricordare o a scoprire (per chi non la conosce) la storia delle tensioni razziali sfociate poi nella sanguinosa guerra civile del 1983.

Arjie vive con una crescente consapevolezza il susseguirsi degli eventi e mentre la storia fa il suo corso lui vive le storie della sua famiglia. La sua, quella di un bambino che non è come gli altri e che si innamora del suo amico/complice Shehan ma anche quella di zia Radha innamorata di un singalese e promessa a un altro uomo, o di sua madre e della sua relazione con uno "zio" di un'altra cultura o, ancora, suo padre segretamente innamorato di una donna occidentale a cui ha da tempo rinunciato. Dai corridoi della casa di Ammachi e Appachi (la nonna e il nonno), di generazione tamil, dove i bambini e le bambine trascorrono la propria infanzia la storia si sposta fra le strade sempre meno sicure di uno Sri Lanka sull'orlo di una crisi politica e sociale in cui le differenze razziali hanno il sopravvento sulla ragione. Il giovane Arjie, abbandonato il sari usato per vestirsi da sposa, si ritrova immerso in una realtà ostile e violenta che non lo accetta non solo per il suo orientamento sessuale ma anche per le sue origini culturali e sociali. Uno spaccato di vita che ci porta a riflettere su quanto l'odio verso il "diverso" sia pericoloso non solo per il singolo individuo ma per l'intera società.

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