recensione diVari
L'amore fatale. Ossessioni d'autore
Che Ian McEwan sia un autore in grado di affrontare temi difficili e, in qualche caso, anche di giocare con tabù millenari, non c'è dubbio. Grande conoscitore dell'animo umano e sottile indagatore della psicologia del singolo, McEwan ha fatto dell'ossessione uno dei suoi cavalli di battaglia. Ed è l'ossessione il filo che lega la storia contenuta in L'amore fatale (Einaudi). Durante un picnic un gruppo di persone si trovano coinvolte in uno strano e imprevisto incidente. Un pallone aerostatico, con sopra un bambino, a causa del forte vento, rischia di alzarsi in volo. Il proprietario, parente del bambino, è fuori dal pallone e cerca, con tutte le sue forze, di tenerlo a terra. Cinque uomini accorrono in aiuto aggrappandosi a loro volta al pallone ma il vento è troppo forte e tutti, tranne uno, lasciano la presa. Il pallone si alza e anche l'ultimo uomo, rimasto appeso a una fune, non riesce a rimanere aggrappato, cade e muore.
Inizia così il romanzo che ci porterà a conoscere, in particolare, tre personaggi: Joe Rose giornalista scientifico, la sua compagna Clarissa e il giovane Jed Parry.
Parry si dimostra, sin dall'inizio, il personaggio problematico della storia, affascinato prima, ossessionato poi da Joe, dominato dalla propria dipendenza dalla religione, comincia a seguire e a importunare Joe. Il giornalista scientifico si ritrova così a vivere una situazione estrema con quell'uomo che lo aspetta per ore sotto casa, che gli parla di "segnali" che capisce e vede solo lui, di destino, di Dio, che gli lascia decine di messaggi in segreteria, che lo segue e gli declama il suo amore. Forse è solo un innocuo folle o forse è una persona pericolosa. O forse Jed non esiste, frutto della mente confusa e inquinata di Joe, proprio come pensa la sua compagna Clarissa che non vede mai Jed Parry e che è preoccupata dalla crescente ossessive verso questa persone del suo Joe. Nessuno crede a Joe, neppure le forze dell'ordine, e il giornalista scientifico si ritrova solo a combattere contro un maniaco. O forse solo contro le sue ossessioni. McEwan però fa di più regalandoci una storia dentro la storia. Non solo Joe, Jed e Clarissa ma anche la vedova dell'uomo morto cercando di salvare il bambino. Un uomo che non doveva essere in quel luogo quel giorno e che, pare, fosse in compagnia di un'altra persona...
Alla fine, però, niente è mai davvero come sembra.
L'amore fatale è un libro che gioca con le nostre paure, quella della perdita della ragione o della libertà (attraverso il dominio e il controllo da parte di terzi), del tradimento. Ma forse, più di ogni altra cosa, McEwan vuol mettere in evidenza come sia facile mettere in crisi una persona e insinuare dei dubbi in coloro che ci stanno accanto.