Altri amori

19 febbraio 2005

Il libro propone trentotto testi (per lo più racconti, ma anche qualche poesia) scelti fra quelli inviati per la partecipazione al concorso Altri Amori della casa editrice romana Malatempora. Il bando del concorso così recitava:


Saffo soffrì pene d’amore invano? E Oscar Wilde finì invano nella prigione di Reading? Le pulsioni, passioni, amori, desideri e sogni carnali gay e lesbici sono diversi da quelli etero? E quanto diversi? E come diversi? Dopo il tema ‘Trasgressioni’ e ‘Oltre il reale’, Malatempora lancia un nuovo concorso, e lo fa, come suo solito, fuori degli schemi. L’erotismo, l’amore, la passione e i tormenti, del mondo gay e lesbico, saranno rivelati?


L’idea del concorso è nata dalla curiosità di cosa pensino veramente i gay di se stessi e di come lo raccontano. “Dopo il concorso sulla trasgressione e quello sulle Torri gemelle”, dice Angelo Quattrocchi, direttore editoriale della Malatempora, “abbiamo voluto bandire un concorso che andasse fuori dagli schemi. È nato, così, il primo libro di racconti gay e lesbici non omogeneizzato e non politically correct, anzi decisamente scorrect! Siamo fermamente convinti che vedere un proprio racconto pubblicato può senza dubbio invogliare a scrivere. E diversi nostri autori sono proprio nati dai nostri concorsi”.

I racconti vincitori sono stati scelti dal collettivo Malatempora, come si legge in una nota:


È stata una serata dura e divertente insieme. Avevamo, in sei del collettivo, dato ciascuno un voto ai racconti, che sono stati circa centocinquanta, qualcuno meno. Poi nell’incontro abbiamo tolto quelli con i voti peggiori, con i voti tutti sotto il cinque. A quel punto abbiamo cominciato a farli passare uno per uno, perché c’erano racconti che avevano preso otto da qualcuno, e quattro da qualcun altro/a. Abbiamo fatto fuori un autore noto, tra l’altro. Abbiamo trovato un capolavoro, che ha fatto piangere tre di noi. Dopo ore e ore ci siamo ritrovati con trentasei racconti che avevano tutti avuto voti alti e che erano chiaramente i vincitori.


Racconti, dunque, che narrano la vita quotidiana e i sogni di diversi appartenenti al mondo glbt. Dice Massimo Consoli nella prefazione:


Il gay del 2000 non pensa più al suidicio (o, meglio ancora, non ci pensa sempre, o non pensa solo a quello…), ma a farsi una bella scopata in santa pace, a metter su famiglia, a trascorrere al meglio le sue vacanze, a rivendicare i propri diritti. Lo stesso si può dire della lesbica che, da questo libro, esce fuori molto più emancipata e sveglia ed emancipata di quanto uno poteva sospettare. E lo dimostra (lo dimostrano) utilizzando tutti i modi e gli stili disponibili, dall’epistolario alla poesia, dal genere erotico al diaristico, dallo scambio di email al noir…


I titoli dei racconti sono già un’indicazione di come gli scrittori vedono l’amore. Per la sezione dei racconti gay i ventuno titoli sono i seguenti: Passione (poesia), Le mani sulle costole, Il frocio, Il gioco, Annuncio sempre valido, Elettrone libero, Il gelato di san cremino, Il portico, Il ragazzo con l’orecchino da pirla, X e Y, Cinema Aquila, Il mostro delle terme, Dorothea, Altri sensi di colpa, Stanze bianche di muri spessi (poesia), In-Catena (poesia), La Stanza, Addì 31 dicembre 1899, Fellatio (poesia), Jerome, Ricordi.

I diciassette racconti lesbici, senza dubbio migliori di quelli gay, riportano la seguente titolazione: XVI, Le dita, Trans, Cara D., Il sogno, Ottobre, Guardami, Delirio (poesia), Come spazzatura, Ho rapito Venere (poesia), Seducimi (poesia), Quando sei triste (poesia), Il bacio immaginario, Quante dita hai dentro?, Tracce di rossetto su una tazzina di caffè, Lo specchio.

Come si diceva i racconti lesbici sono migliori di quelli gay. Nel leggere i vari testi, infatti, si nota una profonda diversità di approccio al tema, come del resto è naturale che sia. Mentre i racconti gay narrano quasi esclusivamente un rapporto sessuale, soffermandosi a volte un po’ troppo sulla fisicità e sul tipo di posizioni assunte, quelli lesbici danno più spazio all’aspetto psicologico dell’amore, mettendo in evidenza le implicazioni che esso ha nella vita di tutti i giorni. In altre parole, molti racconti gay si sviluppano su di un livello di autocompiacimento erotico, mentre la maggioranza dei racconti lesbici tende verso un discorso di più sottile introspezione. Basti pensare al racconto XVI di Francesca Schiavon, che racconta di una ragazza infibulata e della sua amante che approdano clandestinamente in Italia per vivere il loro amore:


Libere. Ora basta incamminarsi a capo scoperto, lentamente nelle strade afose di una città dell’Italia, con i bar pieni di televisori che urlano le partite di calcio, con le ballerine mezze nude.


Singolare la forma grafica che riporta le sezioni dei racconti in maniera capovolta. Accattivante anche la scelta delle immagini che accompagnano la lettura. Unica pecca, la scarsa cura del testo, visti i diversi refusi tipografici presenti.

Alcuni dei racconti che non sono stati pubblicati nel libro, sono reperibili in un’apposita sezione del sito della Malatempora.
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