recensione diGiovanni Dall'Orto
Turpi amori delle donne, I
Quest'opera si presenta come traduzione d'un testo inglese (con tanto di premessa del "traduttore" - anonimo) ma il capitolo 1 è di fatto un riassunto di La donna nuda di Orsi, e la bibliografia contiene fin troppe opere italiane. Dubito quindi che l'autore sia davvero britannico.
Siamo di fronte a uno dei tanti libri d'inizio secolo che spacciavano temi titillatori e soft-porn, incluso il lesbismo, sotto la patina della trattazione scientifica.
Tuttavia in questo elenco di "turpitudini" il tema omosessuale, in quanto tale, non è molto rilevante:
- alle pp. 23-26 l'autore accusa i monasteri cattolici d'essere scuole di lesbismo, e sostiene che l'omosessualità femminile è una sorta di "spuntino" in attesa del vero pranzo, cioè l'amore dell'uomo, che è il vero amore. Alcune di queste donne però (pp. 31-33) sono frigidissime;
- alle pp. 80-82 e 86 si descrivono ballerini travestiti da donna nei Paesi islamici;
- a p. 137, infine, si accenna a Saffo.
Tutto qui.