recensione diStefano Bolognini
Monache per non disperdere il patrimonio familiare
Con una solida base di documenti storici l'autore ricostruisce la repressione sessuale nei conventi femminili dal Quattrocento al Settecento.
Canosa analizza numerosi scandali a sfondo sessuale avvenuti nei conventi di Venezia, Firenze, Prato e altre città per raccontare il dramma di decine di donne costrette alla monacazione forzata, e ad una stretta clausura imposta dall'autorità religiosa, solo per evitare la dispersione di patrimoni familiari.
Il saggio è molto affascinante e presenta numerosi casi di monache che si ribellarono (senza risultati se non la loro carcerazione a vita) all'autorità religiosa.
Un capitolo, a p.195, è interamente dedicato al lesbismo nei conventi, e discute anche il celebre caso raccolto nel testo C.J. Brown, Atti impuri. Vita di una monaca lesbica nell'Italia del Rinascimento (Il Saggiatore, Milano 1987).
Il capitolo precedente, dedicato alla pratiche quietistiche, accenna al caso di Giuseppe Beccarelli, un sacerdote sodomita processato a Brescia nei primi anni del Settecento.