L'omosessualità. Un dialogo teologico

19 febbraio 2005

Scrivere sulla questione omosessuale non è cosa semplice. Noi due ci assumiamo questo rischio, non solo in quanto teologi di tradizione riformata, ma anche a partire dai nostri diversi approcci personali, lagati a due diverse «posizioni esistenziali»: uno di noi, Christian Demur, è omosessuale, e l’altro, Denis Müller, eterosessuale. Lo diciamo, non per indulgere all’aneddotica, ma per precisare le nostre prospettive di accostamento al tema […] Piuttosto che offrire al lettore una nuova sintesi – al giorno d’oggi assai problematica – o una tesi che pretenda di essere originale, abbiamo tentato di comprenderci e di interpellarci a vicenda, senza lasciarsi catturare dai pregiudizi ma neppure bloccare dalle nostre divergenze (pag. 25)


Con queste parole inizia il testo L’omosessualità. Un dialogo teologico, edito in Italia dall’editrice protestante Claudiana, traduzione dell’edizione francese che ha visto la luce a Ginevra nel 1992. Come dichiarato apertamente nel primo capitolo gli autori sono un omosessuale e un eterosessuale: Christian Demur, omosessuale, è pastore di una comunità evangelica in Svizzera; Denis Müller, etero, è docente di etica presso la Facoltà di teologia dell’Università di Losanna. L’edizione italiana ha un’introduzione, dal titolo Un non-sapere perturbante, di Ermanno Genre, docente di teologia pratica alla Facoltà valdese di teologia in Roma. Inoltre il libro in italiano è più ricco dell’originale francese in quanto ha tre appendici che focalizzano il tema dell’omosessualità anche dal punto di vista della chiesa cattolica e riportano documenti delle chiese statunitensi e francesi a proposito dell’omosessualità dal punto di vista protestante.

Lo studio si articola in tre capitoli e ha il pregio di riportare una ricca bibliografia.

Il primo capitolo, firmato da entrambi gli autori, ha come titolo Il punto cruciale del dibattito ed è una sorta di status quæstionis dell’omosessualità all’interno del pensiero teologico in genere.

Il destino omosessuale è il titolo del secondo capitolo, scritto da Demur, che cerca di trattare un abbozzo di antropologia teologica, perché


non possiamo affrontare il tema dell’omosessualità indipendentemente da una riflessione più generale sull’essere umano, sui suoi limiti e la sua fragilità. Dobbiamo dunque abbozzare un’antropologia teologica che ci dica la verità dell’essere umano davnti a Dio: antropologia che non può essere il semplice prolungamento di una scienza umana particolare (avendo un suo ordine e una sua metodologia) a partire dai testi biblici, ma che non può neppure rifugiarsi in una torre d’avorio e sottrarsi a qualsiasi confronto con le scienze (pag. 48)


Denis Müller firma il capitolo successivo, L’omosessualità: un enigma indifferente?, nel quale guarda il tema dal punto di vista che gli compete, cioè quello dell’etica. Egli afferma:


Non basta richiamarsi alle presunte prove della biologia o della “natura” (vecchio argomento, che può ritorcersi contro chi lo adopera…), né fondarsi sul potere dell’autorità, sia essa quella Scrittura, della tradizione o dell’istituzione. La realtà omosessuale, nella pluralità delle sue espressioni come nella sua immancabilee ambiguità, resiste a qualsiasi riduzione semplicistica. Noi avremo sempre a che fare con questo enigma, e del resto anche con quello della sessualità nel suo insieme. La nostra insistenza sulla dimensione simbolica della sessualità umana non intendeva soltanto sottolineare l’asimmetria costitutiva esistente fra queste due forme della sessualità; ma implicava, più fondamentalmente ancora – e al di là di ogni auto-giustificazione eterosessuale! – il riconoscimento di ciò che, nella sessualità umana, trascendendo l’ordine del corporeo, del biologico e del sessuale, rimane segno di mistero e gratuità (pag. 105)


L’ultimo capitolo è di nuovo opera di entrambi gli autori e parla de L’omosessuale nella società e nella chiesa: per una vera tolleranza, toccando i temi della convivenza, della procreazione artificiale, dell’adozione, della benedizione delle coppie omosessuali e del rapporto fra ministero ed omosessualità.

Nel complesso il testo risulta interessante e per certi versi innovativo, soprattutto per il dichiarato intento dialogico, anche se rimane legato ad una metodologia troppo scolastica e schematica che rende alcuni passi decisamente pesanti.
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