Sailor Moon

29 dicembre 2012

A prima vista Sailormoon, manga ed anime di culto degli anni Novanta, sembra il tipico prodotto medio commerciale made in Japan, fatto per creare un movimento di gadget e pubblicazioni intorno e incoraggiare il giovane fandom otaku.

Certo, Sailormoon è anche questo, ma sarebbe riduttivo liquidarlo così, perché sono molti gli elementi di interesse di quello che è uno dei titoli che ha creato più interesse intorno al mondo dei fumetti e dei cartoni animati giapponesi, oggi una realtà consolidata nell’immaginario non solo del Paese del Sol levante, protagonista dell’editoria, del mondo dello spettacolo, delle fiere del settore.

Naoko Takeuchi mescola infatti sapientemente leggende giapponesi (il coniglio della luna, la principessa della neve) a miti classici e fiabe occidentali (Endimione e Diana, il pifferaio magico, la principessa gatta), strizza l’occhio alla cultura pop anni Novanta, tra idol, j-rock, feticismo dell’uniforme scolastica femminile, costruendo un canovaccio in manga trasposto in cinque serie animate e tre film che comunque funziona.

Il tema dei supereroi dalla doppia identità, tipicamente occidentale, si incontra con quello delle ragazze guerriere, tra Occidente e Oriente, tra wuxpian, majokko, guerriere alla Lady Oscar, supereroine e girls’ power che darà vita a Buffy e Xena, per una vicenda che, certo, si basa come molta animazione giapponese su un canovaccio che si ripete ma che piace. Le avventure di Usagi Bunny, ragazzina pasticciona che scopre di essere Sailor Moon e la reincarnazione di un’antica principessa, si mescolano con quelle delle altre eroine Sailor, tutte ragazze dalla doppia identità, dal genietto Ami Sailor Mercury alla sacerdotessa Rei Sailor Mars, dalla grintosa Makoto Sailor Jupiter all’apparentemente frivola Minako Sailor Venus, a cui si aggiungeranno Haruka Sailor Uranus, Michiru Sailor Neptune, Setsuna Sailor Pluto (l’unica che non ha una doppia vita in questa dimensione), Hotaru Sailor Saturn e la piccola Chibiusa, figlia del futuro di Usagi e dell’amato Mamoru.

Al di là di combattimenti, battibecchi, nemici e divertimento, Sailor Moon è uno dei primi manga ed anime che sdogana al di fuori delle produzioni amatoriali i rapporti omosessuali e parla anche di travestitismo e transgenderismo.

Haruka e Michiru, più adulte dell’altro gruppo di ragazze, sono apertamente una coppia che convive, una mascolina dedita ai motori l’altra molto femminile e musicista per passione e mestiere, e anche se gli approcci intimi sono appannaggio di fanzine e simili, il sentimento che le unisce è evidente.

Alla fine del manga e nell’ultima stagione dell’anime compaiono le Sailor Starlights, tre guerriere che sulla Terra si trasformano letteralmente in tre ragazzi, cantanti e studenti, Seiya, Taiki e Yaten: nell’edizione italiana sono diventati i fratelli gemelli delle guerriere, nella storia originale sono tre personaggi che cambiano sesso a seconda del ruolo che devono ricoprire, prima di ridiventare definitivamente donne.

All’inizio e nella prima stagione la perfida regina Berillia è circondata da alcuni affascinanti generali: sono tutti uomini, compreso il femmineo Zoisite, diventato donna nell’adattamento italiano, anche per giustificare un suo rapporto decisamente sentimentale per il “collega” Kunzite. Nella quarta stagione dell’anime e nella parte del manga in cui le guerriere Sailor affrontano il Dead Moon Circus, il Trio Amazzonico vede tra i suoi membri l’androgino se non femminile Occhio di pesce, in realtà anche lui di sesso maschile, e anche qui diventato donna nell’adattamento italiano dell’anime.

Recentemente il manga di Sailor Moon è stato rieditato in italiano in una bella edizione della Gp Publishing, per l’anime ci sono uscite più saltuarie, grazie allo sblocco dei diritti deciso dall’autrice che era rimasta abbastanza offesa dai tagli e dalle censure operati non solo in Italia: è l’occasione per scoprire o riscoprire una storia certo a tratti leggera e tipicamente commerciale, ma con un suo perché, che ha aperto la strada poi ad una trattazione più moderna e matura di omosessualità e dintorni nel mondo dei fumetti giapponesi.

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