recensione diFrancesco Gnerre
Svergognati, Gli. Dieci storie di vittorie contro la vergogna di essere.
Successivamente ripreso sul sito: Fuorispazio.net.
Una giovane venticinquenne, già sposata e madre di un figlio, si innamora di un'altra donna: è come un'illuminazione, capisce che questa è la sua vita, che dell'amore ha conosciuto fino ad ora solo il bisogno, e con determinazione e coraggio, come una moderna eroina ibseniana, intraprende una strada nuova, non tracciata da altri, che sarà forse più difficile ma certamente più autentica.
Segue la storia di una trans che racconta il suo percorso di vita, da una infanzia da favola alla militanza gay fino a diventare, secondo la sua definizione, una "trasformista dell'identità".
È poi la volta di un padre gay che narra la difficile lotta con una moglie ostile e con i pregiudizi di una giurisprudenza che considera poco affidabile un genitore omosessuale.
La quarta storia è narrata dal punto di vista di un ragazzino di otto anni: la madre, la fidanzata della madre, il padre, i gatti, tutti insieme sono una gran bella famiglia che ha trovato una sua armonia. È naturale che la mamma faccia gli amorucci con Liana, perché la ama, come è stato naturale l'amore del padre per un'altra donna o il bacio che egli ha dato alla sua compagna, ma pare che gli altri non condividano queste cose così semplici e forse, dice il piccolo narratore mentre comincia a sperimentare i pregiudizi del mondo, le cose naturali le vedono solo i bambini.
Segue la storia drammatica, di rinunce e di sofferenze, di un gay credente che, nonostante tutte le negazioni, non sa né vuole rinunciare alla fede con un Dio migliore, che vive in ogni forma di amore.
È la volta poi di una donna di 63 anni che rievoca una vita di lotte per l'affermazione della sua dignità di donna e lesbica, quindi la storia di uno psicologo gay che ha fatto della propria omosessualità il punto di vista privilegiato per conoscere e interagire con il mondo, decidendo di dedicarsi alla comprensione dei problemi degli altri.
Segue la lettera drammatica al figlio di un padre che non potrà essere chiamato papà, perché ha deciso di non vivere più nell'ipocrisia e di intraprendere il percorso che lo porterà al cambiamento di sesso.
Concludono il libro la storia di una giovane lesbica in una Sardegna mitica e ostile, prima innamorata per voce sola e ora felice di essere riuscita a togliere la maschera dal suo volto, e quella di una persona, biologicamente donna, alle prese con la costruzione di un corpo in armonia con la sua maschilità.
Sono dieci storie di sofferenze, di umiliazioni, di paure, come la maggior parte della storie che hanno come protagonisti gay, lesbiche e trans ma, a differenza della maggior parte delle storie di questo tipo, non sono tristi perché si tratta di persone che hanno vinto la battaglia più difficile, non quella contro i pregiudizi esterni (che durerà tutta la vita ed è anche più semplice), ma quella con il senso di colpa interiorizzato, con la vergogna di sé.
Queste persone la vergogna sono riuscita a vincerla e sono finalmente degli "svergognati".
Delia Vaccarello, che tiene su l'Unità la rubrica quindicinale "Uno, due, tre. Liberi tutti…", utilizzando il registro dell'emotività e della verità dei sentimenti ha dato voce a dieci persone straordinarie e le loro storie di vita, trasformate in bellissimi racconti, ci coinvolgono, ci commuovono e ci aiutano ad essere un po' più liberi.
Grazie, Delia!