recensione diVincenzo Patanè
Evilenko
A proposito di serial killer e di pedofili, Evilenko - Il comunista che mangiava i bambini è la storia del mostro di Rostov, in Crimea, negli anni dell'Unione Sovietica, il quale conquistò il terribile primato di serial killer più feroce mai esistito, violentando, uccidendo e talvolta mangiando più di cinquanta bambini, di ambedue i sessi.
Portato sullo schermo da David Grieco, il quale scrisse un libro sull'argomento, il film sottolinea come la storia del protagonista, un insegnante di lettere fedele al regime comunista, sia fortemente simbolica della caduta del comunismo stesso. Ma la metafora è troppo scoperta e insistita e finisce con lo stancare, mentre la storia, decisamente casta nei suoi momenti più tremendi, è narrata con una regia spesso pedestre e comunque documentaristica. Eccellente l'interpretazione di Malcolm McDowell (splendidamente doppiato da Giancarlo Giannini) nei panni del mostro; una storia strana, quella dell'attore inglese, che si impose al grande pubblico con Arancia meccanica, una storia di violenza, e ora torna alla ribalta in un ruolo differente ma che ancora una volta esalta quanto possa essere cattivo l'essere umano.