recensione diVincenzo Patanè
Il banchetto di nozze
Il film rivela i limiti di un prodotto destinato al grande pubblico che vuole essere innanzitutto gradevole, affrontando, nel contempo, molti problemi attuali: la crisi d'identità, la conflittualità fra la cultura occidentale e l'orientale, la superata vacuità di alcune tradizioni, il contrasto fra genitori e figli. Tutti problemi che non vengono però mai realmente approfonditi, soggiogati alla narrazione tesa all'immancabile happy end.
Detto ciò, il film si rivela comunque ben strutturato quanto godibilissimo, non di rado addirittura esilarante, soprattutto nella prima parte, che è una tipica commedia degli equivoci. La scena del banchetto funge da evidente spartiacque: momento simbolico di una rigida ritualità nuziale, il banchetto è inquinato da una serie di trasgressioni che preannunciano i sommovimenti ed i relativi compromessi che ogni personaggio dovrà affrontare in seguito. Qui la commedia si trasforma in un melodramma che segue da vicino le vicende dei cinque personaggi in relazione agli esiti imprevisti della situazione. Senza mai esprimere opinioni decise (anche se fra le righe vi si legge la simpatia per i due protagonisti e per il life style occidentale), il film rende felicemente la quotidiana complessità di una società ormai interetnica, vista attraverso una garbata ironia e un'oggettività quasi minimalista, in cui le emozioni sono sempre sommesse. Eccezion fatta per la scena in cui Wai Tung rivela alla madre la propria omosessualità, l'unico momento veramente teso.
L'omosessualità che dà spunto al plot diventa man mano solo la punta dell'iceberg, e quindi un mero pretesto, delle bugie che Wai Tung inventa ai suoi genitori sulla sua vita, così poco rispettosa delle tradizioni avite. Ma c'è da dire che raramente una coppia gay è stata rappresentata al cinema in maniera così fresca e naturale; i problemi di Wai Tung e Simon hanno la pregnanza del vero, così non sarà difficile per molti rivivere scene vissute nella propria vita con i propri genitori, come le case "riordinate" per il loro arrivo, il proprio compagno presentato come convivente occasionale o le infinite bugie alla domanda su quando ci si sposerà. Saranno in molti a ritrovarsi.