recensione diDaniele Cenci
Ernesto e gli altri. L'omosessualità nella letteratura italiana
Il titolo è un omaggio a Ernesto di Saba - l'equivalente, in Italia, del Maurice di Forster - anch'esso uscito postumo per volontà d'autore e per l'ottusa e repressiva ipocrisia dell'epoca.
Il sottotitolo - L'omosessualità nella narrativa italiana del Novecento - rinvia ad un testo fondamentale in campo critico e storiografico, che ha già esplorato nel 2000 lo stesso terreno, dissodandolo dalla pura accademia: L'eroe negato di Francesco Gnerre (cfr. il saggio di G. Rossi in "Inverses" n. 1).
In realtà Gargano, concentrandosi su una o due opere per scrittore, sceglie la strada meno impervia del puro piacere del testo.
Lungi dal restituirci profili esaustivi o dall'approfondire le tematiche in cui si è polarizzato il rapporto tra desiderio omoerotico e letteratura nella società italiana del '900, Gargano, con una parafrasi puntuale (qualche volta eccessiva) ed un abile montaggio di citazioni, prova a far emergere l' idée fixe, il leit-motiv, gli archetipi che caratterizzano i vari autori. L'operazione può risultare arbitraria, a tratti indigesta per certi giudizi lapidari, ma sicuramente provocante.
Si potrà discordare da alcune scelte o omissioni, ma va riconosciuta a Gargano una grande passione - che si trasmette ai lettori - per libri e autori che conservano intatta tutta la loro dirompenza e originalità.
Lo stile - per l'urgenza di dire molto in poco spazio - si fa estremamente denso, incandescente, oracolare, permeato dai succhi di certa analisi junghiana.
E la sua lettura è stata certo stimolata anche da autori come Fortunato e Teobaldelli (la loro stella cometa, come per Patroni Griffi e Busi, è il romanzo di formazione): il primo con Amore, romanzi e altre scoperte, l'altro con La biblioteca segreta, partendo dai libri degli autori omosessuali (ma non solo) che hanno segnato la loro vita, fabbricano delle vere e proprie macchine desideranti ed esprimono un'affabulazione critica di sicura presa sul lettore.
Come Gnerre, Gargano si limita agli scrittori "gay" - velati o visibili -, anche se intense pagine ci sono venute da alcune scrittrici come Elsa Morante (L'isola di Arturo, Aracoeli), Natalia Ginzburg (Caro Michele).
Un'unica eccezione: il profilo che Gargano dedica ad Annie Messina e alla sua tetralogia d'eros (pederastico) e thanatos, ambientata nel mondo delle Mille e una notte (cfr. Il mirto e la rosa).