recensione diVincenzo Patanè
La moglie del soldato
Il film - distribuito in Italia con un banale titolo che tradisce quello originale, che si rifà alla bella canzone di Boy George che ne è il leitmotiv - ha ottenuto un grande successo in tutto il mondo, di pubblico e di critica.
L'intreccio - con una sceneggiatura particolarmente calcolata e dalla stratificata simbologia - si dipana in due nuclei narrativi che si intrecciano solo nel finale: quello politico e quello erotico.
Ciò che accomuna i due temi (ai quali corrispondono luoghi fisici antitetici, l'Ulster e Londra) è il fatalismo: tutti i personaggi infatti, nonostante cerchino di far girare la ruota degli eventi nella direzione voluta, di fatto si scontrano con evoluzioni impreviste. Il film così gioca proprio sulle continue sorprese, sulle violente sterzate che il racconto assume e che creano una forte suspense, non escludendone altre.
La principale riguarda ovviamente Dil - un intenso Jaye Davidson, che ebbe una nomination all'oscar come migliore attore non protagonista - che riassume nel suo personaggio un erotismo palpabile in tutto il film, a cominciare dalla sessualità latente che si crea tra prigioniero e terrorista per arrivare a quella sconvolgente del suo rapporto con Fergus. Il personaggio di Dil riassume inoltre l'ambiguità che è il segno per eccellenza del film. I personaggi nel corso della storia dànno di sé immagini diverse dalla loro reale essenza e non di rado mutano: Jody è, ad esempio, un improbabile soldato sia per fisico che per colore di pelle; Fergus in Ulster è un terrorista non militante costretto, suo malgrado, a recitare la parte del duro, mentre a Londra, assieme al nome e alla sua visione politica, cambierà, sia pure attraverso non pochi tentennamenti, atteggiamento nei confronti della sessualità (laddove prima non era neanche capace di accorgersi della natura del locale dove canta Dil).
Ma è Dil, ovviamente, il trionfo dell'ambiguità, capace di cambiare look a seconda del contesto e delle esigenze, spaziando dalla femminilità più disinvolta e insospettabile alla mascolinità, sia pur assunta su desiderio di Fergus, e che impone comunque il suo fascino di un'androgina, enigmatica bellezza.