A rigor di fede

27 maggio 2005

La puntata di Report del 15 maggio 2005 (Rai Tre, ore 21) aveva come tema monografico Vita, morte e miracoli, ovvero di curiosità, usi, costumi e religioni.

Nel fare un paragone, come solitamente fa il programma, tra la religiosità negli USA e quella in Italia, si è parlato anche delle chiese omosessuali.

In particolare si è posto l'accento sulla chiesa cristiana della decima avenue a New York, i cui pastori sono omosessuali. La chiesa è conosciuta con l'acronimo MCCNY, che sta per Metropolitan Community Church of New York ed ha un ottimo sito (http://www.mccny.org/) che in home page reca scritto "The Church for All the People" in rainbow).

La pastora Pat Bumgardner, intervistata, ha detto:

Noi siamo conosciuti per essere una chiesa di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, in realtà siamo aperti a tutti. Infatti qui ci sono tante persone eterosessuali che partecipano alle funzioni perché credono che l'amore di Dio sia rivolto a tutti indistintamente e non sono d'accordo sul fatto che i diversi vengano discriminati per la loro identità di genere o per le preferenze sessuali.

E anche perché credono che il compito della chiesa sia diffondere il messaggio dei vangeli e promuovere la giustizia.

Abbiamo fedeli che provengono da congregazioni nelle quali gli esorcisti cercavano di "tirare fuori" il demonio che era in loro in quanto gay o transessuali. Oppure semplicemente vivevano la diversità come peccato condannato dalla chiesa cattolica. Possiamo dire che i nostri fedeli hanno subito varie forme di discriminazione. La maggior parte vengono dalla chiesa cattolica e da quella battista. Ma ci sono anche persone che vengono da quella luterana, metodista.

La Chiesa cattolica ed altre grandi Chiese investono per mantenere l'ordine sociale. Ma la funzione della Chiesa dovrebbe essere quella di comprendere la voce dei cambiamenti sociali.


A queste affermazioni hanno fatto da contraltare alcune di due sacerdoti cattolici italiani. Il primo, il domenicano Paolo Garuti, direttore del Centro San Domenico di Bologna, ha detto:


La Chiesa condanna l'esercizio della sessualità nel senso fisico genitale e un eventuale programma di vita in termini quasi sponsali fra persone dello stesso sesso. Non è che la condanna, la parola condanna è una parola che non appartiene direttamente al linguaggio almeno di Gesù Cristo. La ritiene una dimensione umana che necessita una conversione, un cambiamento di mentalità, un modo diverso di vivere le cose.

Padre Giampaolo Carminati, sacerdote dehoniano, parroco della diocesi di Bologna e biblista, ha ribadito:

La Chiesa interpretando questo messaggio, rimanendo fedele a quest'insegnamento che crede di dover custodire, dichiara che il progetto di Dio sull'uomo è legato alla famiglia nella forma se vogliamo definire, tradizionale, come l'unico motore anche della società umana dal punto di vista della generazione di nuovi esseri umani. Non possono fare la comunione non solo le persone omosessuali, ma non tanto nel senso che sono omosessuali di orientamento: tutte le persone omosessuali e non che vivono in condizioni che oggettivamente sono in contrasto con il messaggio evangelico. Oggettivamente, cioè sono situazioni discernibili dal di fuori, senza dare giudizi sulla coscienza, sulla situazione personale davanti a Dio. L'eucarestia non è oggetto di diritti, è piuttosto un dono di amore talmente grande per il quale tutti siamo indegni. Ora siccome non esiste il termometro della dignità, cioè non esiste un modo di quantificare in senso materiale la situazione davanti a Dio& sono le situazioni oggettive che chiedono di essere tenute in conto, senza giudizi sulle persone.

L'autrice della puntata, Sabrina Giannini, ha poi intervistato Anne Zell, pastora della Chiesa Evangelica Valdese di Milano. Riportiamo brani dell'intervista:

Quanti possono sapere ad esempio qual è la posizione dei valdesi relativamente a quelle tematiche tipo la contraccezione, l'aborto, l'omosessualità?

Credo che una cosa importante sia che da noi non c'è nessuna commissione che stabilisce una linea, cioè tutte queste scelte sono comunque nella responsabilità del singolo credente, cioè sono scelte di coscienza, cioè ci teniamo molto che ad esempio anche nel catechismo, nel lavoro con i ragazzi di dare loro gli strumenti per fare le loro scelte, perciò non si può dire che c'è una posizione della chiesa valdese, la posizione è piuttosto di lasciare la libertà di coscienza ai propri membri. Non ci sono, diciamo delle posizioni moraliste di chiusura, ad esempio anche verso le persone omosessuali, o persone divorziate, piuttosto un atteggiamento di accoglienza.

Quindi il fatto del diritto naturale, così, non è per voi vincolante nelle scelte.

No.

È più importante la libertà di coscienza.

Perché poi cosa vuol dire naturale? Cioè come argomentazione si potrebbe allora dire "Non usiamo tutti i mezzi che ormai si usano anche per prolungare una vita, per tenere in vita persone che sono in coma da anni e anni". Anche questo non è mica naturale, perciò argomentare con il naturale mi sembra piuttosto pericoloso, che poi è un'argomentazione anche contro l'omosessualità che si dice una cosa non naturale. Ma chi siamo noi a dire che non è naturale, se esiste vuol dire che in un certo senso fa parte della creazione.

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