recensione diVincenzo Patanè
Un uomo da marciapiede
E' lo splendido film, vincitore di molti Oscar, dalla musica suggestiva ed accattivante, con cui inizia a sgretolarsi il mito americano. Joe Buck arriva a New York dal suo Texas pieno di illusioni e, sotto sotto, convinto che non c'è niente che sfugga ad una semplice ed infallibile regola di mercato: tutto può essere comprato o venduto, a cominciare dal proprio corpo, per scalare i gradini della società.
Le sue illusioni si scontrano però, ben presto, con l'impatto doloroso di un'America egoista e crudele, simboleggiata dal personaggio di Rizzo, molto diverso da lui - l'uno è biondo e atletico quanto goffo ed ingenuo, l'altro bruno e malaticcio ma smaliziato e pieno di iniziative - ma in realtà a lui complementare.
Rizzo è il vero uomo da marciapiede che trascina Joe nella disillusione più completa, espressa dalla rinuncia a quella radiolina, che incarnava con le sue canzoni il mito dell'America, venduta per aiutare l'amico. Il suo personaggio simboleggia così l'abbrutimento della città; la New York del film non è solo uno sfondo, ma è la vera protagonista: una città non invitante, esaminata con un impietoso spirito d'osservazione nei suoi angoli più lerci e nell'emarginazione suburbana - vicoli, tavole calde, bordelli - che finisce col giustificare sicuramente la solitudine di tutti i personaggi.
Nella carriera di stallone di Joe, c'è spazio anche per clienti maschi. Schlesinger ha la mano pesante verso l'omosessualità, disprezzata apertamente del resto anche dagli stessi Joe e Rizzo. I due clienti di Joe sono due figure patetiche, frustrate e ridicole: uno studente occhialuto che lo abborda in un cinema e che per la paura vomita nel gabinetto ed un vecchio fanatico cattolica che invoca a sé il disprezzo.
Ma è anche vero che il rapporto profondissimo tra Joe e Rizzo è leggibile, senza particolare fatica, in chiave omosessuale: è un rapporto maschio, fatto di irritazione e di momenti aspri, rude nella sua facciata e ciò nonostante permeato da un'umana comprensione non lontana dall'amore.
L'enorme successo del film deve molto ai due attori che ha lanciato: l'aitante Jon Voight (spesse volte nudo) e Dustin Hoffman, qui veramente eccellenti.