recensione di Vincenzo Patanè
L'altra faccia dell'amore
Più che una biografia stricto sensu di Caikovskij, il film - conosciuto in originale con due titoli: The Music Lovers e The Lonely Heart - si propone come un'interpretazione soggettiva ed immaginifica della sua vita, in cui l'omosessualità è la chiave che ne spiega la tormentata creatività di artista decadente.
Russell prende in esame gli ultimi due anni di vita, in cui avvenne una svolta fondamentale: la decisione del musicista di sposarsi, spinto dalle pressioni familiari e soprattutto dall'idea di conquistare finalmente un definitivo successo con la sua musica. Alla ricerca di un matrimonio che lo riabiliti socialmente più che di una moglie, Caikovskij si sposa con Nina, per niente intimorito dalle giuste previsioni del conte Ciluvskij che gli ricorda come non si possa ingannare se stesso fino a quel punto e come mai una donna avrebbe potuto accettare un rapporto solo platonico. D'altra parte il musicista non aveva mai del tutto accettato la propria omosessualità, per quanto praticata senza risparmio, con un numero enorme di amanti. Come si può vedere nel film con Ciluvskij - la cui possessività è una delle molle che lo porta al matrimonio - e la figura di Aleksei.
Nina è l'ennesima figura femminile della sua vita. Prima di lei c'erano state la madre, la sorella Saaa e la mecenate Madame von Meck. A tutte il film dà il giusto risalto: il ricordo della morte per colera della madre, con la barbara usanza di un bagno finale in acqua bollente, rappresenta un incubo sempre presente; ma anche Saaa e Madame von Meck, che rappresenterà per lui l'amore idealizzato e disinteressato, sono fondamentali.
Com'è tipico del suo cinema, lo stile del regista inglese si esprime in una straordinaria libertà espressiva, in cui il presente e il passato si intersecano spesso e in cui l'uso della musica è funzionale al massimo, riflettendo gli stati d'animo e fungendo da stimolo per visualizzare immagini oniriche e fantasiose di rara potenza (benché talvolta persino puerili). Un debordante commento musicale crea intense emozioni ed è alla base di scene di grande effetto, dai colori rutilanti ed esplosivi, alcune delle quali indimenticabili: l'impotenza di Caikovskij con Nina nel vagone letto, i sontuosi fuochi d'artificio, il manicomio.
Molto bravi gli attori, su tutti Glenda Jackson e Richard Chamberlain. Da notare nel ruolo del giovane amante Aleksei, Bruce Robinson (lo splendido Benvolio del Romeo e Giulietta di Zeffirelli e poi regista del delizioso Shakespeare a colazione del 1987, ricco di spunti gay).