recensione diDaniele Cenci
Malamore
È il diario di un giovane che cerca di sbarcare il lunario e farsi strada tra Parigi e Londra, in lotta con la sorda indifferenza degli adulti e la difficoltà di crearsi rapporti unici, irripetibili: magari un nuovo amore, col suo carico di gioie e affanni, per dimenticare l'abbandono da parte del cinico John. Lavori precari e faticosi, stanze disordinate e troppo care, scopate anonime che a volte lasciano un sapore dolcemaro in bocca.
E di colpo i ricordi: l'iniziazione sessuale con due superdotati angeli neri delle Antille, sua terra d'origine; l'acquisto del primo tascabile, All'ombra delle fanciulle in fiore ("La carta ingiallita dal tempo&questo libro aveva una memoria"); l'incontro col romanziere Yves Navarre.