Germania in autunno

8 agosto 2005

Preoccupati per le nuove misure antiterrorismo che la classe politica si apprestava ad assumere, in quanto potenzialmente lesive della libertà individuale, un gruppo di registi del "nuovo cinema tedesco" pensò di dichiarare pubblicamente le sue perplessità in un film collettivo.

Il primo a consegnare il suo episodio fu proprio Fassbinder, che riesce a coniugare le urgenze politiche contingenti con il suo tema preferito, la vita di coppia come specchio delle dinamiche e dei rapporti di forza che sostanziano la società in senso più generale. Per garantire autenticità all'operazione Fassbinder mette in scena non due personaggi di finzione, ma se stesso e il proprio compagno, Armin Meier.


I suoi biografi ci informano che Fassbinder non era una persona facile e sapeva esasperare amici, collaboratori e compagni. Questi ultimi erano di solito di estrazione proletaria e gli erano inferiori per cultura, sicché Fassbinder si compiaceva di comandarli e umiliarli pubblicamente. Un breve spaccato di questa sua burrascosa vita di coppia emerge proprio in questo episodio di Germania in autunno.


Assieme alla sua depressione per la degenerazione della realtà politica della Germania di quegli anni, Fassbinder lascia intravedere il suo carattere burbero, i suoi eccessi (fumo, alcol, droga), le frustrazioni professionali, le paranoie generate dal clima politico creatosi in conseguenza del terrorismo, girando tutto nel suo appartamento di Monaco, sporco, buio e spoglio. Sebbene Fassbinder debba farsi in questo film paladino e unico difensore della democrazia di fronte alle tentazioni fascistoidi della madre e dello stesso Meier, non censura nulla del suo atteggiamento di superiorità nei confronti del compagno, che comanda, maltratta, insulta e persino picchia e caccia di casa di fronte alla macchina da presa.


La disparità intellettuale non scompare nemmeno quando i due sono nudi di fronte alla macchina da presa. Il film si chiude sul pianto isterico di Fassbinder, consolato da Meier: sebbene l'intero episodio non nasconda la propria accurata messinscena e nonostante i rapporti di coppia fassbinderiani siano spesso dei giochi al massacro, Fassbinder sa esprimere qui come in altri suoi film aspetti dell'intimità e dell'affettività (anche) omosessuale con un'autenticitià e una sincerità che invano si cercherebbero in altri film coevi.


Meier si suicidò poche settimane dopo l'uscita del film. Fassbinder tentò poi di elaborare il trauma di quell'esperienza girando Un anno con 13 lune, che è una lunga e sofferta riflessione sul suicidio.

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nomeprofessioneautoreanni
Rainer Werner Fassbinderregista, attoreMauro Giori1946 - 1982
autoretitologenereanno
AA.VV.Da Sodoma a Hollywoodcatalogo2002
Richard DyerCulture of Queers, Thesaggio2002
Boze HadleighCelluloid Gazeintervista2002
Vincenzo PatanèCento classici del cinema gaysaggio2009
Vincenzo PatanèOasi gaysaggio2010

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