recensione diGiulio Verdi
Forgotten "Golden"
Oggetto della finta ricostruzione operata da Gianni Canova nel minuto iniziale è l'altrettanto farlocco "Golden", pellicola americana dei primi anni '30 in cui si immagina che gli sceneggiatori avessero pionieristicamente inserito una storia d'amore tra due uomini: uno è l'avvocato promesso sposo di Justine Mattera, l'altro è il prete che avrebbe dovuto celebrare il matrimonio. Si immagina altresì che la storia omosessuale sia poi stata inevitabilmente espunta in fase di montaggio, insieme ad altri aspetti scabrosi, in ottemperanza alle rigide restrizioni imposte dal Codice.
Canova introduce quindi due diverse versioni di una stessa scena di "Golden", pre- e post-revisione censoria: [1] nella prima i due uomini si dichiarano eterno amore, mentre Mattera assiste alla scena scolandosi del gin, minacciandoli con una pistola e maledicendoli in modo poco signorile – per poi arrendersi all'evidenza e augurare buona fortuna agli innamorati; [2] nella seconda, quella che si immagina fosse stata depurata per il grande pubblico, grazie a un'abile serie di tagli e ricomposizioni l'avvocato dichiara amore a Gesù Cristo e alla chiesa, mentre Mattera chiede di poter bere dell'acqua e il prete accelera i preparativi del matrimonio eterosessuale.
Da segnalare che lo sceneggiatore del film è Matteo B. Bianchi, romanziere e autore televisivo, notissimo per "Generations of love".