Fidanzati bulgari I

10 gennaio 2006, Pride novembre 2005

Madrid 1990. Basta fare un giro per Puerta del Sol, nei pressi di calle Montera o all’entrata del metrò di calle del Carmen per godere (almeno con lo sguardo) dell’insolita e sorprendente bellezza di giovani bulgari, polacchi, rumeni, che, dopo la caduta del muro di Berlino e il disgregarsi dei regimi comunisti, comincia a riversarsi nelle città dell’Europa occidentale.

I ragazzi, improvvisati prostituti, vendono quello che hanno. Basta sceglierne uno, sorridergli, invitarlo con segni universali a bere o a mangiare qualcosa in un fast food e proporgli, sempre a segni, possibilmente discreti, di passare un po’ di tempo a casa. La risposta del ragazzo è immediata: “cinquemila pesetas”, le uniche parole spagnole che tutti hanno imparato immediatamente.

La clientela è molta varia, fatta per lo più di persone attempate, ricchi e poveri, professionisti e operai, eleganti e sciattoni, rispettosi e approfittatori, una rappresentanza assortita dell’Occidente capitalistico, ognuno col suo soprannome inventato dalle amiche, sempre un po’ acide: la Marchesa Vedova, la Molokai, la Mogambo, la Legge degli Angeli, la Perseguitata, la Clementina, la Tremenda. I più, molto attenti alle leggi di mercato, cercano di non far lievitare i prezzi e mercanteggiano spudoratamente.

Una frocia avida, la Cassadirisparmio, trova perfino il modo di guadagnare facendo ai ragazzi prestiti settimanali a interessi altissimi.

Diverso da tutti gli altri è Daniel, un caballero che come un Don Chisciotte catapultato in questo variegato mondo di froci e di marchette, ubbidisce alle nobili leggi della cavalleria: sa aiutare senza offendere, è generoso, conosce il privilegio e le soddisfazioni del dare senza calcolare cosa avrà in cambio, sa cogliere le vibrazioni e le malinconie dell’anima slava, ha classe, e niente può intaccare la compostezza e la dignità che un vero caballero, come un vecchio hidalgo, deve saper sempre mantenere.

La Dulcinea di questo moderno Don Chisciotte si chiama Kyril, è un bel giovanottone bulgaro, alto, forte, con i capelli neri foltissimi, occhi chiari tra il verde e il grigio, labbra morbide e arrendevoli, un po’ delinquente, questo sì, ma per un caballero, consapevole di essere anche un po’ “frocia persa”, si tratta di particolari che rendono il giovane ancora più irresistibile.

Daniel e Kyril diventano i fidanzati di Puerta del Sol e il ragazzo può addirittura sfoggiare una moto nuova e luccicante, tra l’invidia generale e l’apprensione delle frocie più tirchie, atterrite da tanta generosità che stravolge inesorabilmente il mercato.

La situazione si complica quando spunta l’ombra di una fidanzata bulgara, quando Kyril si mette nei guai con la giustizia, quando Daniel è trascinato in un rocambolesco viaggio in Bulgaria oltre che in una serie di disavventure tragicomiche, ma il nostro caballero sa affrontare con dignità cavalleresca ogni avversità fino a convincere la fidanzata bulgara, la dolce Kalina, ad apprezzare e a riconoscere le virtù cavalleresche del fidanzato che ogni bulgara vorrebbe per il suo fidanzato.

Eduardo Mendicutti, già noto in Italia per l’esilarante Sette contro la Georgia e per Una brutta notte capita a tutti, pubblicati da Guanda rispettivamente nel 1991 e nel 1992, riappare finalmente in Italia con questo romanzo che con ironia e spregiudicatezza sa divertire, ma sa anche far riflettere sui mutamenti epocali che hanno investito l’Europa, sui flussi migratori che come schegge di un mondo in frantumi continuano a cadere su di noi in maniera sempre più drammatica, sulle ragioni degli altri e sulla volgarità del nostro cinismo e della nostra meschinità, che ipocritamente osiamo chiamare “legalità”.

Grazie ad un mimetismo linguistico di grande efficacia e ad una originale costruzione narrativa, Mendicutti sa trasformare il lettore in complice di una intrigante e divertente storia di integrazione, di conoscenza, e forse di amore.

Il romanzo, da cui è stato tratto un film di successo in Spagna, Los novios bùlgaros, è del 1993.

Ci sono voluti 12 anni perché venisse tradotto in Italia. Ci piacerebbe capire perché.


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titoloautorevotodata
Per gli esterofiliGiulio Maria Corbelli
05/01/2006

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