recensione diMauro Giori
Poseidon: alla conquista del catastrofico
Il revival del genere catastrofico, che aveva goduto di una certa popolarità negli anni ’70, ha portato anche a numerosi remake. A Wolfgang Petersen, già regista di perle quali Air Force One e La tempesta perfetta, dobbiamo quello di L’avventura del Poseidon del 1972, che del catastrofico non fu certo un esempio tra i peggiori.
Lo spettatore può immaginare facilmente da sé l'intero film: è un'opera di genere che offre esattamente quello che ci si aspetta. Qui interessa solo registrare per dovere di cronaca l’inserimento del personaggio gay reso di rito da esigenze di correttezza politica, di modo che il gruppetto di eroici fuggiaschi che soli si salveranno avendo il coraggio di affrontare l’avventura concentrino quante più differenze possibile, neanche dovessero raggiungere l’arca di Noè e ripopolare la Terra. Se il personaggio di colore altresì d’obbligo questa volta rimane indietro e muore subito (però era nientemeno che il capitano della nave), tra gli eroici fuggiaschi c’è anche il gay di turno. Lo interpreta Richard Dreyfuss. Siccome il genere non consente di perdere tempo a caratterizzare i personaggi, occorrono pochi tratti immediatamente riconoscibili e nel scegliere quelli del personaggio gay gli autori non sono stati particolarmente lungimiranti. Hanno infatti preferito rispolverare banalità risapute che si spera sempre appartengano a un passato remoto: all’inizio vediamo Dreyfuss mendicare pateticamente dal suo ex, che l’ha appena piantato, una telefonata, e quindi tentare il suicidio. Si salva solo per il pessimo tempismo: sta per buttarsi in mare quando arriva l’onda gigante che ribalta la nave. Certo poi aiuta tutti nella fuga e le sue conoscenze sono essenziali per la salvezza comune, anche se si lascia prendere più di altri (o meglio, più degli altri maschi) dal panico. Insomma, un personaggio sempre in bilico tra luoghi comuni e loro superamento, la cui indecisione rispecchia la prudenza con cui lo si è voluto inserire in un genere machista per eccellenza.