recensione diGiulio Verdi
Acidità: un elemento imprescindibile per una relazione stabile che punti all'eternità
Freddie (Ian McKellen) è un attorucolo televisivo in pensione. Stuart (Derek Jacobi) è il suo compagno da ben quarantotto anni. I due sono arrivati a quel punto di una stabile relazione amorosa in cui ormai si riesce a manifestare affetto soltanto sotto forma di battibecchi, bonaria acidità e preparazione di tazze di Earl Grey. Per dirla tutta, ci sono anche dei baci qua e là.
Nelle sue prime due settimane di trasmissione, "Vicious" è stata oggetto di ferocissime recensioni da parte di almeno tre quarti dei critici che se ne sono occupati.«Ma questo è umorismo inglese e datato!», ha contestato qualcuno: McKellen e Jacobi sono in effetti inglesi e, facendo un rapido calcolo, hanno 147 anni in due.
«Ma così rifate le peggio cose anni '70 in salsa televisiva!», ha rilevato qualcun altro: in effetti l'ideatore e sceneggiatore della serie è Gary Janetti, già produttore esecutivo e sceneggiatore di "Will & Grace".
I recensori meno acuti hanno persino scritto che «ci sono le risate finte, i personaggi sono stereotipati e non escono mai di casa»: in effetti è una sitcom.
Ci sono anche analisi più informate e circostanziate che però esagerano nei toni apocalittici e con la retorica infantilista, per poi arrivare ad accusare: «Questa è un'oscena parodia, che non avrebbe potuto essere più orrenda nemmeno se fosse stata concepita e scritta da un eterosessuale ostile e accusatore». Il fatto è che non si tratta di una parodia: "Vicious" è una sitcom anni '70. Di certo non siamo in presenza di un prodotto avanguardistico, ma i personaggi di McKellen e Jacobi non avrebbero credibilità alcuna se improvvisamente fossero colti dal desiderio di adottare un figlio o di promuovere una campagna contro il bullismo nelle scuole. Che i tempi e il diritto si siano evoluti lo sappiamo tutti – e lo sanno per primi McKellen, Jacobi e Janetti – ma non c'è motivo per cui una sitcom debba essere più di quello che è: venti minuti in cui si ride, con battute ricorrenti e senza grandi pretese.
E "Vicious" fa ridere, quindi porta a termine ciò che promette. Il valore aggiunto è dato dalla sovrapposizione con la biografia degli attori protagonisti: i due si conoscono dai tempi dell'università e per di più McKellen ha sempre avuto una cotta (mai ricambiata) per Jacobi. Già solo vedere Gandalf e Fratello Cadfael che si baciano, comunque, dà un innegabile senso di soddisfazione.