Nonostante il finale frettoloso e posticcio, un buon libro: Lecca padroneggia bene la scrittura spezzata, ossessiva e affannosa con cui dà vita ai fantasmi interiori d'un ragazzo che non riesce ad accettare né l'ambiente borghese e provinciale da cui proviene, né il proprio corpo, continuamente accostato con orrore a quello di ragazzi dalla bellezza impossibile, né la propria omosessualità. Forse in questo contrappunto di desiderio squassante e di delirio anoressico echeggia qualcosa di compiaciuto e d'insincero: eppure ciò non m'ha impedito d'apprezzare vivamente il libro.