Dimmi che colpa hai e ti dirò chi sei

31 luglio 2013

Prima di concepire la babele trascendentale di “Lost” e la fuffa parascientifica di “Fringe” (per non parlare di “Undercovers”, la cosa più indefinibile e brutta della storia della televisione), nel 2001 J. J. Abrams aveva ideato una delle serie fondamentali del decennio scorso. Si tratta di “Alias”, racconto quasi mitico sulla perpetua lotta tra Bene e Male, che ha come protagonista Sydney Bristow, una giovanissima agente dei servizi segreti metà russa e metà californiana, sicura di lavorare per la CIA ma in realtà ignara complice del nemico che crede di combattere.

Da qualche anno a questa parte, Abrams è noto per la sua abitudine di creare (o co-creare) serie televisive che poi abbandona nelle mani di sceneggiatori e registi a lui decisamente inferiori: ciò non era accaduto con “Alias”, in cui la sua presenza era stata massiccia almeno nelle prime quattro (su cinque) stagioni. Lo si evince, tra le altre cose, anche dalla saggezza ebraica che la trama trasuda: come ben ha sintetizzato Tony Kushner in uno dei passaggi più celebri di “Angels in America”, «Catholics believe in forgiveness, Jews believe in Guilt». E i personaggi di Abrams il Senso di Colpa lo mangiano ogni mattina a colazione, accompagnandolo con quintali di Vendetta e Ricerca d'Identità (propria e altrui), oltre che a un’abbondante presa di Piedi per Terra e Passato Che Ritorna. Sebbene in “Alias” l’azione dei servizi segreti di tutto il mondo sia inverosimilmente finalizzata al reperimento di manufatti futuribili di tale Milo Rambaldi, anacoreta e genio parmense del secondo Quattrocento palesemente modellato su Leonardo da Vinci, non si ha mai l’impressione che la serie esageri o scada nel vanamente cultuale.

L’unico personaggio omosessuale della serie è Anna Espinosa, nata a Cuba ma cresciuta in URSS, seguace di Rambaldi e agente del Direttorio K (organizzazione criminale formata da fuoriusciti del KGB), Doppelgänger e nemica giurata di Sydney. Anna è descritta come «una delle ultime bambole del comunismo»: in effetti unisce un’incrollabile fede nella causa a una procacità che instilla una certa curiosità anche nella saldamente eterosessuale – e un po’ frigida – Sydney. I loro duelli a distanza, siano essi verbali o al suon di colpi di pistola, sono tanto carnali quanto quelli più diretti e maneschi: dopo essere risultata vincente, Anna ha l’abitudine di abbandonare la scena simulando un bacio all’indirizzo di Sydney. Il rapporto di identità/opposizione tra le due agenti viene portato alle estreme conseguenze nella quinta stagione: nel dodicesimo episodio gli scienziati senza scrupoli dell’organizzazione Quinto Profeta prelevano del DNA da Sydney, lo processano chimicamente e lo diffondono in una vasca piena di liquido rosso da cui Anna – dopo esservi stata immersa – riaffiora con le sembianze di Sydney.

Una nota pettegola, in chiusura: Victor Garber interpreta Jack Bristow, padre di Sydney. Nonostante il coming out ufficiale dell’attore risalga a non più di sei mesi fa, già ai tempi di “Alias” si vociferava di un suo (probabilmente fasullo) flirt con Bradley Cooper, oggi attore quotatissimo ma allora decisamente secondario nel ruolo di Will Tippin, giornalista e amico dei Bristow.

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