recensione diDaniele Cenci
L'apocalisse e la peste dei gay
In questo saggio, incentrato sull' "AIDS come metanarrativa nella letteratura anglo-americana", l'autore sviluppa una sua tesi di laurea, strutturandola in quattro capitoli.
Nel primo, "Peste: le metafore dell'AIDS", esplora (a partire dagli studi di Susan Sontag) le visioni di quello che all'inizio parve un nuovo 'omocausto', e si pone in ascolto delle "voci dall'Apocalisse", strette tra rabbia e rassegnazione.
Il secondo è dedicato alla "Guerra: la risposta dell'attivismo queer", con intellettuali e artisti che hanno elaborato le loro creazioni su identità e performance a partire dall'impegno con "Act Up!" e con le prime organizzazioni di lotta e solidarietà.
Il terzo "Fame: rappresentazioni dell'AIDS" esplora il romanzo ai tempi dell'AIDS, con una sintetica rassegna dell'enorme impatto che la sindrome ha avuto anche sul cinema e il teatro.
L'opera si chiude con una lettura dello straziante "I doni del corpo" di Rebecca Brown (Il Dito e la Luna, 2006), di recente tradotto dallo stesso Grassi.