Pretty Guardian Sailor Moon (Voll. 1-5)

19 novembre 2013, Pride n. 144 - Giugno 2011

Ha fatto sfracelli a metà anni Novanta attraverso cinque serie televisive animate e svariate tonnellate di merchandising dedicato: Sailor Moon torna in Italia con il fumetto originale in edizione definitiva, riveduta e corretta personalmente dalla ormai milionaria Naoko Takeuchi. L’autrice giapponese aveva bloccato i diritti di sfruttamento del suo personaggio in patria e all’estero e solo di recente ha scelto proprio il nostro paese come apripista europeo della ristampa del manga, forse come omaggio all’affetto dell’esercito di estimatori italici che in tutti questi anni hanno reclamato il ritorno della sua creatura in tv e nelle edicole. Tra i fan più accaniti delle Guerriere Sailor non è difficile annoverare una certa abbondanza di gay: molti di quei bimbi un po’ eccentrici che ai tempi delle trasmissioni del cartone animato amavano vestirsi e atteggiarsi come la bionda eroina, oggi, diventati ultraventenni, tornano a mascherarsi da Sailor Moon durante le fiere di fumetti. Non a caso, all’epoca della maggior diffusione della sailormania, qualche psicologa da salotto televisivo s’era piuttosto agitata, accusando Sailor Moon di mutare milioni di giovani telespettatori maschi in altrettanti piccoli omosessuali in erba. Castronerie scienticifiche o rare doti di preveggenza?

La lettura dei primi cinque volumetti del manga, piacevole e ben disegnato ma tutt’altro che un capolavoro, non aiuta a venire a capo di tanto successo: il ritmo è forsennato ma la narrazione alquanto caotica; i personaggi sono decisamente stereotipati e poco definiti psicologicamente. C’è da dire che mai prima di allora un autore di manga s’era azzardato ad amalgamare in modo così furbesco gli stilemi del fumetto romantico per ragazze con combattimenti e battaglie, tipici del manga avventuroso per maschietti. Neppure si possono pretendere finezze affabulatorie da un’opera anni Novanta concepita per lo svago delle studentesse giapponesi delle medie. Rimane comunque il fascino di una creazione multimediale che ha saputo diventare negli anni, a tutti gli effetti, un’imperitura icona pop dai mille sottotesti, anche omosessuali.

La trama, sfrondata dalle coreografiche trasformazioni e dalla moltitudine di accessori magici delle protagoniste, è elementare. Usagi è una ragazza pasticciona di 14 anni che frequenta la scuola con scarso profitto e allo studio preferisce poltrire e mangiare. Un giorno incontra per strada una gatta parlante che le rivela la sua missione: riunire altre quattro compagne, guidate da altrettanti pianeti (Mercurio, Marte, Giove e Venere) per trovare la principessa Serenity dell’antico regno lunare di Silver Millenium e proteggerla dai malvagi invasori del Dark Kingdom, la cui emissaria Queen Beryl vuole impossessarsi del Cristallo d’Argento Illusorio, fonte di energia inestimabile, e dominare così sulla Terra e sulla Luna. Per far questo la gattina dona alla ragazza i poteri magici che le permetteranno di trasformarsi in Sailor Moon, la “bella guerriera dell’amore e della giustizia, vestita alla marinaretta”! Nel corso del racconto molti altri personaggi si aggiungeranno ad Usagi e alle altre Guerriere Sailor per portare a compimento la loro missione, come il misterioso Tuxedo Kamen, del quale Usagi finirà per innamorarsi. Tra i “cattivi” della storia spiccano i nemici maschi, tutti rigorosamente androgini e seduttivi, mentre le nemiche femmine sono per lo più esuberanti virago che non sfigurerebbero in uno spettacolo di drag queen. Tutta la vicenda raccontata nel manga può essere definita allegramente come una gigantesca baracconata, una favola pacchiana e deliziosamente camp.

Non contenta, a partire dal sesto volumetto l’autrice introduce anche una coppia di combattenti lesbiche, Sailor Uranus e Sailor Neptune, le quali in “abiti civili” fanno coppia fissa, sono appassionate di musica classica e vivono nella stessa casa come Haruka e Michiru. C’è anche un terzetto di guerriere travestite, le Sailor Starlights: in battaglia si presentano come ragazze ma nella vita di tutti giorni preferiscono vestirsi da ragazzi, spezzando i cuori contemporaneamente a maschi e femmine. Inutile dire che nella versione italiana del cartone animato ben poco di questo cotè gaio è sopravvissuto alle forbici degli adattatori bigotti. Ci si può consolare allora col manga, finalmente riproposto fedelmente, addirittura con eccessi di rigore filologico, specie nelle onomatopee giapponesi (lasciate così come sono e affiancate dalla loro traduzione occidentale). La cura editoriale è comunque sopraffina, opera della neonata GP Publishing, divisione fumettistica del colosso Giochi Preziosi. La serie Pretty Guardian Sailor Moon viene proposta in due versioni: una da edicola e una più costosa, con sovraccoperta, disponibile in libreria e fumetteria.


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