Prendere o lasciare

23 aprile 2007, una versione abbreviata è apparsa su CLUBBING n. 5, Maggio 2007

Un piccolo monumento all'arte della narrazione è quello che ci regala Bo, raccogliendo nove 'racconti gay' finemente cesellati e assai variegati per tematiche e stili, dipinti ricorrendo ad una ricca tavolozza di colori, ad invidiabili strategie plurilinguistiche e all'amore per il cinema che da sempre accompagna il suo impegno di critico e organizzatore di eventi.

L'età della ragione vede in scena il maturo Filippo che un tempo è stato risucchiato come da un vortice dal ventenne Andrea, vivendo con lui a Capri un "infinitesimo istante di felicità immensa".

Poi le loro strade si sono separate, e Andrea, "insubordinato e cocciuto", ha seguitato a spezzare tanti altri cuori. Sono trascorsi ventanni, Filippo, ormai vecchio e malato, rintraccia l'amico e, travolto da "un'ondata di tenerezza", gli chiede di rivivere ancora una volta quel magico momento.

In Vecchie zie, Fabio perde Marc, malato di AIDS, e la famiglia del suo compagno umilia e ignora il suo dolore. Poi gli toccherà subire anche la morte di zia Tilde che in vita aveva adorato la loro coppia. Comincia a vagabondare in cerca di sesso, di quell' "afrodisiaca piccola morte che prescinde dall'immortalità", collezionando "volti senza nome e numeri di telefono senza cognome", rintanato nei minuscoli loculi delle dark-room, ricacciato alle prime luci dell'alba nella sua tana di lupo solitario inappagato.

Il rapporto col nipote Emiliano lo risveglierà a nuova vita, mentre il suo aiuto di zia anticonformista sarà prezioso perché anche il ragazzino possa far chiarezza nei suoi desideri (omo)sessuali.

In Argentina Casa Letto, uno speziatissimo trattatello sulle regole dell'attrazione in salsa gay, è evocato il romano tram 8 che porta da Largo Argentina a Casaletto, scempiato in 'casa' e 'letto' da Jonathan, rimorchiato dall'indolente protagonista. A...mare è un inventario agrodolce, a tratti amaro (lo suggerisce il doppio senso del titolo), un caleidoscopio di incontri e visioni marine a Castelporziano, dove si sbizzarisce l'infinita combinatoria dello scrittore che tutto osserva e implacabilmente registra: si pensi al vecchio poeta tedesco, o ai due coattelli arrapati che invadono la riserva delle tribu gaye.

Una querelle sui PACS finisce per rovesciare... i cazzi in tavola, tra un profluvio di orche ursine spiaggiate, di sciampiste phonate indaffarate a 'battersi' pischelli dal 'grilletto' facile, di 'cellu-celli' starnazzanti (ovvero 'telefrocini' con testa di 'uccello' incorporata) che martirizzano la pubblica quiete sparando cazzate a ripetizione, di marchettari fregnacciari intenti a sbomballar la minchia alle 'vedette' sulle dune.

La bolgia infera dei cinemini a luci rosse, con la sua giostra incessante e la sua mimica del desiderio, è protagonista assoluta di Tana libera tutti: nel buio della sala e nel corso del tempo Fosco non perderà mai la speranza di rincontrare Mario che un tempo seppe stregarlo. Puntuale la prefazione di Daniele Scalise, che nelle sue antologie aveva ospitato altre due storie di Bo: "Un mondo premuroso" ("Men on Men 3", 2004) e "Satè Ayam" ("Men on Men 4", 2005).

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