recensione diRoberto Cangioli
Marito & Marito
Se le nuove generazioni (di gay) sono ancora alle prese con i pruriti del coming out in famiglia, c’è chi bypassa il tutto e salta direttamente al matrimonio, con tanto di sceneggiate nella migliore tradizione italiana. Due pesi e due misure: il bel Miguel non ha problemi a presentare il suo compagno italiano alla famiglia di origine madrilena di sani principi laici e progressisti. Non va benne affatto al pugliese Giacomo Pezza, che trasferitosi in una grande città del nord dovrà prendere coscienza della propria omosessualità e - una volta scoperto l’amore della vita con cui convolerà a nozze in un paese straniero - fare i conti con la chiusura mentale dei suoi famigliari, ancorati ad un’immagine perbenista e bigotta in cui ciò che conta è la rispettabilità da parte della comunità locale.
Poco importa: la frittata è fatta. Giacomo dovrà rinunciare suo malgrado agli affetti più cari per vivere finalmente libero con il suo amore e pianificare con lui il proprio futuro.
Romanzo di formazione (un tantino in ritardo fuori i tempi massimi) e accettazione che pur con le buone intenzioni dell’autore di sdoganare l’argomento (a suo dire non autobiografico , ma che raccoglie tante storie ascoltate e vissute), risente ancora i limiti di una cultura irrimediabilmente legata a un modello in cui omosessualità significa perversione, peccato e laddove l’amore per le persone dello stesso sesso non può essere descritto con la A maiuscola.