Cold Case

29 dicembre 2013

Andato in onda tra il 2003 e il 2010, Cold case è un serial statunitense incentrato sulle indagini della squadra omicidi di Philadelphia sui delitti irrisolti che sono avvenuti spesso anni e anni prima, i cosiddetti cold case, diventati emblematici nel linguaggio comune dei casi polizieschi irrisolti grazie proprio a questo telefilm.

Spesso le indagini si riaprono grazie a un ritrovamento fortuito di una prova o del cadavere stesso, o a richieste e testimonianze di persone coinvolte o imparentate con i protagonisti del fatto: la squadra, guidata dall’intrepida e molto umana Lily Rush, si mette in moto, scoprendo drammi mai dimenticati, verità da svelare, giustizia da fare. I protagonisti sono più portati ad un lavoro meditativo e di indagine che non d’azione, e vedono, accanto a Lily, single, con un passato familiare triste e che fa del suo lavoro una missione di vita, l’agente Scotty Valens, forse innamorato in segreto di lei e dotato di un senso di giustizia in particolare per i bambini, il più anziano John Stillman, il buffo ma non certo poco determinato Nick Vera, il veterano afroamericano Will Jeffries e la mamma single di colore Kat Miller.

Negli episodi di Cold case si è ripercorsa la storia americana del Novecento, parlando di femminismo, diritti civili, razzismo, guerre, terrorismo, drammi familiari, e non sono mancate le tematiche omosessuali, il tutto cullato da un’eccellente colonna sonora, che per ogni episodio ambientato nel passato sceglie le canzoni dell’anno in cui accadde il delitto, che sia stato negli anni Ottanta o Sessanta o anche prima.

Il primo episodio a parlare di gay è il settimo della prima stagione, intitolato A time to hate (in italiano Il tempo dell’odio), in cui Lily e i suoi colleghi devono indagare sull’omicidio di un giocatore di baseball che nel 1964 si fingeva etero per forza e che è rimasto vittima della violenza omofoba. A smascherare il colpevole sarà un ex poliziotto in pensione, che si è confrontato in tempi recenti con un figlio omosessuale capendo gli errori del passato, in un finale sulle notte di Turn turn turn! dei Byrds.

Nella seconda stagione, troviamo due episodi a tematica GLBT, il settimo, It’s raining men (Segreti di famiglia), in cui un omosessuale ormai anziano e prossimo alle nozze con il suo compagno vuole scoprire la verità sulla morte del suo fidanzato degli anni Ottanta, e il finale di stagione, Best friends (La mia migliore amica), struggente storia d’amore interraziale e lesbica negli anni Trenta che viene fuori con il ritrovamento di un pick up in un fiume con dentro delle ossa.

Il decimo episodio della quarta stagione, Forever blue (Segreti impossibili), è incentrato sull’omicidio di un poliziotto nel 1968, che tra le altre cose aveva nascosto la sua omosessualità, con un finale sulle note di un’altra canzone dei Byrds, My back pages, mentre nella quinta stagione, nell’episodio numero 9 Boy Crazy (Uno strano suicidio), si indaga sulla morte di una ragazza che si vestiva da maschio.

Tutta la serie, ancora in onda oggi su vari canali, merita comunque una visione, per la ricostruzione d’epoca, la pietas dei protagonisti, la scelta di tematiche coraggiose trattate con delicatezza ma senza pietismi. Purtroppo, a causa della colonna sonora ricca di brani di varie epoche e artisti che crea problemi di diritti d’autore, è molto difficile un’uscita in dvd delle singole stagioni del telefilm, come è avvenuto e sta avvenendo con altre serie.

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