recensione diRoberto Cangioli
Quei giorni a Bucarest
Nel 1992 rivelarsi gay in Romania è pericoloso (oggi, seppur non più punibile penalmente, l’omosessualità è ancora fortemente disapprovata da un ostracismo sociale e familiare che difficilmente potrà essere sradicato in tempi brevi). Ne fa le spese Gabriel, un liceale diciassettenne, aspirante attore di teatro con una passione spasmodica per la fotografia, travolto e ricambiato dall’amore per Nicu, studente della facoltà di giornalismo, che conosce il giovane durante le prove dell’adattamento teatrale di Dichiarazione d’amore, film culto per i giovani romeni degli anni ’80 uscito quando il regime di Ceausescu era ancora saldo. Se Gabriel vive la relazione con Nicu a metà tra l’incoscienza giovanile e il terrore che possa essere scoperto dalla famiglia (il fratello David, militare, lo definisce “frocio schifoso” dopo aver infierito su di lui e su Nicu e nemmeno il padre intellettuale, professore universitario, saprà accettare la relazione del figlio perché “l’odio per i froci è come il tifo per la nazionale di calcio, come la bandiera, unisce tutti”) e dagli amici, Nicu si fa forte della relazione con il ricco imprenditore italiano Vittorio, che ama Nicu ma accetta di restargli amico quando capisce che questi è perdutamente innamorato di Gabriel. Anzi sarà proprio Vittorio ad aiutare Nicu ad organizzare per Gabriel una mostra fotografica a Parigi e a dare così la possibilità ai due rumeni di un riscatto e di una vita serena in un paese più accogliente nei confronti degli omosessuali.
A scrivere questo romanzo coinvolgente e a tratti commovente (con un felice finale a sorpresa, tuttavia alquanto idilliaco) è Stefan B. Rusu, autore romeno che da anni vive a Padova e che ha ambientato il suo racconto a Bucarest proprio nel periodo in cui aveva la stessa età di Gabriel.
Il quadro rappresentato in Quei giorni a Bucarest ci restituisce sì un paese in cui lo spirito di forte identità nazionale prevale sulle libertà individuali, ma l’appassionata storia dei due giovani è anche la dimostrazione che l’amore sfida e supera tutti gli ostacoli.