recensione diGiulio Verdi
Il fantasma di Jack McFarland
Qualche mese fa, tuttavia, Hayes ha coraggiosamente deciso di sottoporsi agli inevitabili confronti con il fantasma della gloria televisiva passata co-producendo questa Sean Saves the World, sitcom di vecchio stampo di cui è anche protagonista. La critica è stata (giustamente) impietosa: gli episodi non sono registrati in front of a live studio audience, come ormai è la prassi, quindi le risate sono interamente fasulle; purtroppo c'è anche poco da ridere, specialmente nei primissimi episodi: gli sceneggiatori sembrano mancare di fiducia nei confronti degli spettatori e si preoccupano di fissare i contorni dell'esile premessa con reiterate battute didascaliche e soap-orifere (del tipo: «Sei mio padre e sei gay, ora devi badare a me perché mia madre, a cui avevi donato il seme, mi ha abbandonato... ma sarebbe tutto molto più facile se non avessi quel pazzerello di un capo al lavoro!»); il cast di contorno è dimenticabile, eccezion fatta per Thomas Lennon.
L'esatto opposto di ciò che accadde in Will & Grace, insomma: è cosa nota che Jack e Karen oscuravano i noiosissimi protagonisti, complici anche la bravura di Megan Mullally e la legnosità non comune di Eric McCormack. La partecipazione di Mullally avrebbe sicuramente giovato agli ascolti e alla qualità anche di Sean — e un coinvolgimento dell'attrice era a quanto pare nei piani — sennonché il ritorno di Hayes è stato cancellato a metà della sua prima stagione per via della scarsa risposta di pubblico.
Di fatto, l'unico episodio davvero riuscito tra quelli andati in onda è "Sean the Fabulous", una sorta di rielaborazione metatelevisiva del contratto che Hayes aveva firmato per Will & Grace. La trama dell'episodio è la seguente: nel tentativo di vincere la stima della propria figlia, Sean desidera vincere l'appalto per organizzare una festicciola scolastica; al fine di entrare nelle grazie della preside, fag hag esasperante e solo superficialmente tollerante, Sean deve fingersi più effeminato, più asessuato e più acido di quanto effettivamente sia.