L'autore, che nella Fossa crea una rete di storie simpatiche e gradevoli, qui fa il passo più lungo della gamba e inserisce una serie di filoni narrativi poco fusi tra loro (il Sessantotto da un lato, l'atmosfera della scuola italiana odierna dall'altro, le vicende personali dell'insegnante d'inglese e di quello di religione), trattati con un linguaggio piuttosto monotono pur nelle sue velleità di leggerezza che, se nelle atmosfere camp della Fossa resta sempre piacevole, qui appare spesso fuori luogo: quando poi Clam vira al serioso, la scrittura si fa manierata e insincera.