Fumetti Folk

19 maggio 2014

Nel 1974 era già stata presentata una serie intitolata Fumetti Folk, di breve durata (ne uscirono solo otto numeri). Il titolo viene riciclato nel 1981 con l’aggiunta di un Grandi successi comici e con un «inediti» in bella vista in copertina, di modo che non si credesse a una semplice ristampa. Anche perché da poco il fumetto erotico era passato all’hard, quindi far pensare a una semplice riproposta di lavori di sette anni prima avrebbe scoraggiato il pubblico. La nuova serie non ha più fortuna della precedente, ma alcune delle sue undici uscite (trattasi di numeri autonomi, completamente slegati l’uno dall’altro) si segnalano per la moderata apertura rispetto ai personaggi omosessuali, sufficiente a indurre a chiudere un occhio sul disegno decisamente sbrigativo.

In particolare Il viziotto, terzo numero della serie, non è altro che una tutto sommato godibile parodia del celeberrimo film di Molinaro uscito tre anni prima, a sua volta ispirato alla commedia La cage aux folles di Jean Poiret del 1973. Il narratore introduce Agostino (che ha le fattezze di Coline Serrault, così come Bernardo ha quelle di Ugo Tognazzi) con un’osservazione emblematica dello spirito del fumetto: «Il volgo dice che è una checca, ed ha ragione, ma noi possiamo assicurarvi che è molto simpatico… (o simpatica??!)». L’avversativa farebbe venire voglia di dare fuoco alla casa editrice, ma è la premessa di ulteriori inviti alla comprensione dispensati di pagina in pagina, e tutt’altro che scontati in questi fumetti. Il culmine si raggiunge quando Bernardo e Agostino nascondono tutti i loro arredi – prevedibilmente volgarissimi e monotematici – per tenere celata la loro relazione alla nipote di Agostino, non riuscendo comunque a evitare che costei in realtà capisca subito tutto. Anzi, per dirla tutta e come si conviene in un fumetto porno, ne ricava eccitamento. Ma insomma il giorno dopo dice ai due di sapere bene come stanno le cose e si arrabbia sbottando nella versione più maldestra e aggressiva di tolleranza per i gay che si sia mai vista, rivolta ovviamente allo zio: «Ma perché, puttana Eva, perché? Non sei mica un criminale, un ladro… sei un gay… e allora? Non devi vergognarti, io ti voglio bene lo stesso…». Quando poi la fanciulla si fa mettere incinta da un giovane il cui padre è a capo della lega di moralisti più bacchettoni del paese, il fumetto (difendendo il proprio interesse prima di quello della causa gay) prende ripetutamente le difese di Bernardo e Agostino contro l’uomo.

Anche l’ultimo numero è a suo modo “tollerante”. Se in una serie coeva e seriosa come Gol non c’era spazio per contestazioni della virilità del protagonista calciatore e dei suoi compagni di squadra, questo numero di Fumetti Folk dal titolo quanto mai evocativo (Un gran bel portierone… che li parava tutti!) ha aria lieve nel raccontare la storia di un biondo calciatore (Stefano) che improvvisamente inizia a scoprirsi gay osservando i compagni sotto le docce, i muratori per strada, nonché compulsando rivistine pornografiche. Sodomizzato dallo psichiatra cui si era rivolto per un consulto (e che conclude la sua diagnosi con: «Ma certo che sei culo! Non è meraviglioso, ragazzone…?»), esce dallo studio sicuro ormai di essere quello che pensava di essere. Lascia dunque la focosa fidanzata dal nome esotico che è tutto una promessa (Olga), la quale stenta a rassegnarsi, e durante una trasferta si mette persino in coppia con un collega che ne ha intuito l’orientamento. I due sono felici e appagati: «Gay è bello!» esclama Stefano mentre si sollazzano, e l’altro risponde: «Sì, decisamente». Notato l’affiatamento dei due, che ne ha di molto migliorato le prestazioni professionali, l’allenatore inizia però a farsi qualche domanda e vuole carpirne il segreto, nella speranza di poterlo applicare anche al resto della squadra… Con l’aiuto di Olga, che nel frattempo ha ripetutamente consolato, l'allenatore sorprende i due calciatori nel bel mezzo di un convegno che non gli lascia dubbi sull’origine di tanto affiatamento. Olga si lagna («Sarebbe stato meglio sorprenderti con una donna… uuhhh… buuhh…») ma verrà immantinente cacciata (i gay, anche quando rappresentati come felici, sono sempre un po’ misogini in questi fumetti; tuttavia in questo caso Stefano ha anche le sue ragioni, poiché non fa che difendere il suo amore per il compagno di fronte alla donna che se ne dice offesa). L’allenatore invece si lascerà… coinvolgere: «Se davvero il metodo è così efficace lo devo sperimentare… potrebbe essere una scoperta rivoluzionaria…» dice a se stesso. Le sperimentazioni saranno ripetute e soddisfacenti.

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