Ultima. La città delle contrade

26 giugno 2014

Uno dei filoni più amati della fantascienza oggi risulta essere lo steampunk, quello che propone un futuro in un passato o reale (l’epoca vittoriana) o immaginario, spesso un mondo tornato indietro dopo una catastrofe o universi paralleli e sospesi tra passato e futuro.

È questa l’ambientazione scelta da Carlo Vicenzi, laureando in antropologia e lingue di Finale Emilia e già autore di svariati racconti: un’Italia di un futuro o prossimo o remoto, dove una guerra devastante ha fatto tornare tutti in una specie di Medio Evo futuro, in città dove si combattono pali per eleggere il capo, città con macchine tecnologiche ma modi di vivere arcaici.

In questo contesto il protagonista, Demetrio Deisanti, si trova accusato di omicidio e costretto a darsi la macchia e, ormai reietto, si incontra con due persone che gli daranno una mano a scagionarsi, Veronica e Miranda, due ragazze che vivono insieme come amanti e fanno parte della Cerchia della Cornacchie, spie che sorvegliano vari personaggi della città.

Un libro interessante per vari motivi, dunque, che dimostra gli sforzi della giovanissima ma già agguerrita casa editrice Dunwich di Roma, che sembra intenzione a dare spazio a talenti nostrani nell’ambito della letteratura fantastica, da sempre un po’ troppo affetta da noi da esterofilia.

Originale appunto come viene trattata l’ambientazione steampunk, mescolata con il post apocalittico in un insieme che non stride, in cui convivono tecnologie, antichità e vecchi e nuovi integralismi e lotte per il potere. La vicenda è avvincente, il personaggio di Demetrio non è il classico eroe senza macchia e senza paura, ma quelli che colpiscono sono Veronica e Miranda, la coppia di ragazze che aiutano il protagonista ad uscire dagli impicci.L’autore non sceglie di far incontrare al suo eroe la solita bellissima ragazza che, oltre ad aiutarlo, si innamorerà di lui con tanto di lieto fine trito e ritrito, ma di mettergli vicino due ragazze coraggiose, più eroiche di lui, astute, a tratti non cristalline, che si amano, in barba all’omofobia che continua ad esistere anche in quel mondo così lontano dal nostro.

Ultima è un libro da leggere per tutti gli amanti del genere fantastico steampunk, ma anche per chi crede che fantascienza e dintorni non siano mere evasioni dalla realtà, ma metafore per raccontare la nostra realtà con i suoi problemi. In attesa delle prossime fatiche di Carlo Vicenzi e dei prossimi titoli di Dunwich, che dimostra voglia di rischiare e soprattutto di proporre nuovi percorsi nella fantasia, certo, ma anche nella realtà.

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