recensione diMauro Fratta
Le cose cambiano
Immaginiamoci che nel Seicento ci fosse un celebre predicatore gesuita, dotto e pugnace, ferratissimo nella polemica contro i luterani, il quale tuttavia, invece di andare convertirli a Norimberga o ad Amburgo, dove avrebbe pure rischiato la pelle, avesse tenuto corrusche prediche antiprotestanti nella Sistina, durante le cappelle papali, lasciando edificati e ammirati Urbano VIII e l'intera corte di Roma: luterani convertiti, zero, naturalmente; ché quelli sarebbero stati lontani mille miglia, ignari della predica e del predicatore. Quando leggo libri come questo, un cui frutto non secondario sarebbe appunto anche scuotere le menti degli omofobi mettendone in luce la radicale stupidità, mi vedo costretto a concludere che sono libri somiglianti al nostro ipotetico gesuita barocco: gli omofobi neanche ne conoscono l'esistenza, e, ammesso pure che qualcuno di loro ne riceva notizia, si rifiuterebbe per principio di leggerli, liquidandoli come lagne da froci; resta dunque la possibilità che queste pagine arrivino quantomeno per le mani di quegli adolescenti gay, lesbiche o transessuali che, confusi e smarriti in un mondo che avvertono come assai più ostile del vero, rischiano di cadere nella disperazione: ché la scelta terribile del suididio purtroppo continua a minacciare anche in Italia la vita di molti ragazzi fragili e bisognosi di aiuto.
Spiccano fra i testi tradotti dall'inglese, non per sostanza ma per la qualità dell'autore, i messaggi del presidente Obama, di Hillary Clinton e del primo ministro Cameron; sul nostro versante, di presidenti ed alte cariche, invece, manco l'ombra (la categoria dei politici vi è rappresentata dalla Concia e da Scalfarotto): segno evidente della sensibilità culturale del tutto diversa che hanno le alte cariche nostrane.
Gli altri scritti vengono da autori della più varia qualità; tendenzialmente, quelli aggiunti nell'edizione italiana mi sembrano in maggior numero dovuti a gente che ha familiarità con la scrittura, e quindi soggetti a più spiccata cura formale. Soprattutto fra quelli americani, abbonda invece la memorialistica di "gente comune": non sempre vi compaiono redattori che brillino per agilità e felicità di penna, e alcuni interventi suonano tutt'al più volonterosi pensierini: va detto però che nella forma scritta va perduto molto di ciò che rende validi e accattivanti i video. Tono e interesse mutano perciò molto di frequente: se l'iniziativa è senza dubbio nobile e ammirevole, le diverse espressioni che assume qui risultano a volte di modesto spessore; insomma, è un’iniziativa editoriale più degna di stima per gli scopi che per i risultati effettivamente raggiunti sulla pagina.
Quanto alla filosofa Nicla Vassallo, dovrebbe ricordarsi che il Vecchio Testamento non è il libro sacro delle “tre grandi religioni monoteiste”, dal momento che una delle tre è l’Islam. A meno che l’Islam, a nostra perfetta insaputa, non l’abbia adottato come libro sacro la notte scorsa.